Presentazione

Il sito sulle conchiglie veneziane si presenta in nuova veste ed in nuova collocazione grazie al prezioso spazio offerto dalla Scuola Marco Foscarini di Venezia. Per gli autori è una soddisfazione in più, dopo due anni di crescita progressiva del lavoro, crescita a cui ha contribuito in parte non trascurabile un proficuo e cordiale scambio di idee, informazioni e, qualche volta, di esemplari con numerosi appassionati e studiosi i quali, non lesinando osservazioni e critiche (sempre costruttive, proficue e ben gradite), ci hanno aiutato a rendere disponibile a chiunque un insieme di informazioni sulla malacologia veneziana e più in generale mediterranea che, specialmente per chi inizi ad avvicinarsi alla materia, risultano in genere disperse e difficilmente accessibili. La nostra speranza è sempre quella di contribuire alla conoscenza di un ambiente naturale tanto ricco e affascinante quanto scarsamente considerato, e su questa base ci auguriamo di proseguire nell'ampliare ed approfondire il lavoro.

Venezia, 4 maggio 2003

Lido di Venezia: la spiaggia di San Nicolò

Bocca di Porto di Lido: una prateria di posidonie (Zostera marina) a pelo dell'acqua

Questo è un sito di seconda generazione: nasce infatti da una precedente analoga esperienza condotta da una sola persona, il cui esito più proficuo è stato sicuramente l'aver introdotto un dialogo con un altro appassionato. Si sono incontrate così due persone di orizzonti diversi con centri d'interesse diversi, riunite casualmente per la comune passione che ora costituisce lo scopo di questa esposizione: presentare le conchiglie reperite sui litorali veneziani fra esemplari già morti e spiaggiati, con una certa casualità, durante passeggiate (e qualche nuotata) nei luoghi di contatto fra il nostro ambiente e quello dei molluschi. La ricerca è stata (e continua ad essere) relativamente casuale, ma prosegue ormai da qualche anno lungo i 25 chilometri di spiagge del litorale veneziano, ambiente di particolare interesse per la sua malacofauna che, a specie marine di sabbia e di scoglio, ed a quelle delle acque lagunari e salmastre, riunisce singolari conchiglie di origine esotica il cui incontro lascia sempre un po' sorpresi.

L'opportunità (ma meglio sarebbe parlare di necessità) di rivedere la struttura del sito in modo così profondo da rinnovarlo si è presentata agli stessi autori a partire dalla constatazione, stupefacente, che due persone diverse negli stessi luoghi hanno rinvenuto conchiglie di specie diverse in proporzioni non trascurabili. Si è verificata dunque una circostanza che nessuno dei due avrebbe immaginato, e cioè che ricerche di materiale già spiaggiato, condotte con metodi diversi hanno permesso di ritrovare numerose specie distribuite in maniera non uniforme nello spazio e nel tempo. Constatare quale variabilità nella frequenza dei ritrovamenti questo comporti è stato non solo interessante e sorprendente, ma ha indotto nella convinzione che la distribuzione di specie nei depositi naturali dipenda con una certa precisione dall'iniziale dislocazione degli organismi viventi, e possa fornire su ciò qualche indicazione. Naturalmente questo non è per nulla sufficiente ad innalzare ricerche simili al livello di sistematici campionamenti di animali vivi nel loro ambiente originario, ma può eventualmente (è la nostra speranza) conferire qualche aspetto di maggiore scientificità ad una raccolta condotta in totale semplicità di mezzi su materiale che di solito viene negletto a priori in quanto ritenuto irrimediabilmente di qualità scadente.

A questo proposito occorre rilevare che effettivamente molte delle specie qui esibite sono rappresentate da esemplari in cattivo stato o perché frammentari, o perché necrotizzati, o anche semplicemente perché piccoli e/o scarsamente colorati. Su questo punto non c'è dubbio, e in molti casi la ricerca su una spiaggia od anche sul fondo marino di esemplari morti costringe ad accontentarsi; in altri casi, però, la pazienza della ricerca e l'individuazione dei luoghi e dei momenti migliori ha condotto a risultati insperati: si può citare il reperimento di esemplari integri ed in perfetto stato di Clausinella brongniartii, Scaphander lignarius, Acanthocardia aculeata; diviene poi quasi un aneddoto la spiegazione che veniva data nella presentazione del vecchio sito a proposito dell'impossibilità di reperire un buon esemplare di Pinna spiaggiato: in capo a qualche mese la stessa persona dovette confrontarsi con la pulizia di un buon numero di Atrina fragilis di grandi dimensioni, tutte ritrovate spiaggiate in ottimo stato e talmente fresche da costringere a rimuovere le ingombranti parti molli.

Tante piccole sorprese come queste hanno indotto perciò a rinnovare il sito, con l'idea di non limitarsi ad esporre le conchiglie, ma di definire inoltre le caratteristiche che contraddistinguono le diverse specie, in particolare nei casi in cui la classificazione diventa complessa o basata su dettagli che non tutte le pubblicazioni disponibili si curano di precisare. Per questo le presentazioni sono costituite da brevi didascalie e da un corredo iconografico che vorremmo credere alquanto solido (alcune centinaia di fotografie inedite comprendenti immagini di dettaglio), nella speranza di offrire a chiunque con immediatezza le conoscenze da noi acquisite confrontando quanto viene riportato in diversi testi con la diretta verifica sui nostri esemplari.

La zona di raccolta, delimitata ai litorali veneziani e immediatamente finitimi, risulta particolarmente ristretta proprio per la relativa estemporaneità con cui si sono svolte le ricerche. Tuttavia confidiamo che anche questo aspetto possa risultare non sgradito in considerazione della definizione così ottenuta nei confronti della variabilità delle specie; le differenze fra gli esemplari, infatti, talvolta notevoli già fra quelli da noi reperiti, divengono facilmente fonte di incertezza nell'identificazione se ci si riferisce, come accade di norma nelle pubblicazioni, all'intero Mediterraneo, dal Portogallo all'Egitto. In questo senso la prospettiva che vorremmo proporre è più puntuale, anche se più ristretta; quando possibile, sarà nostra premura presentare, per una determinata specie, anche esemplari provenienti da altre zone a titolo comparativo. In questo modo è stato possibilie definire più di 150 specie di conchiglie, mentre nuovi ritrovamenti si susseguono.

Forse molti appassionati non condivideranno la scelta di limitare secondo questi criteri la ricerca, ma dietro ogni esemplare illustrato in questo sito (ed ai molti non rappresentati) c'è un momento di una raccolta paziente e discreta vissuta in prima persona dagli autori, ciò che ha consentito di "portare a casa" ogni volta non solo un piccolo scheletro di calcite, ma anche un ricordo e l'emozione di un contatto con un mondo molto diverso. Dietro il lavoro qui presentato c'è, in definitiva, non tanto e non solo una passione circoscritta per le conchiglie, ma un amore più ampio per luoghi e momenti in cui, accostandosi alla natura ed ai suoi spazi e ai suoi ritmi, un uomo riesce a guardarsi intorno, e talora anche a guardare sé stesso, con maggior limpidezza.

Il presente lavoro è stato compiuto da Hervé Bordas e Giorgio Griffon: persuasi dell'incompletezza di quanto svolto finora, attraverso questo sito vorremmo poter estendere il dialogo alle idee, precisazioni, dubbi, riflessioni che ogni visitatore vorrà inviarci all'indirizzo:

conchiglieveneziane+libero.it

Per inviare un messaggio, sostituire "+" con "@"

Questa complicazione è resa necessaria dall'elevato numero di virus e spazzatura che la casella del sito riceve quotidianamente

Riferimenti bibliografici e documentari:

Per la sistematica del phylum Mollusca è stato adottato il Nuovo Catalogo delle Conchiglie Marine del Mediterraneo, a cura di S. Chiarelli, disponibile presso il sito della Società Italiana di Malacologia. Da tale fonte ci si è discostati nei casi seguenti:
Theodoxus fluviatilis: specie dulciacquicola presente alle foci dei nostri fiumi, che abbiamo incluso nella rassegna anche se a rigore non fa parte dei molluschi marini;
Corbicula fluminalis: specie di acque dolci e salmastre, la cui presenza è stata documentata nel nord adriatico, e che abbiamo ritenuto di includere nella nostra rassegna.
Gibbula adansonii è stata assimilata a Gibbula adriatica;
Chlamys proteus è stata assimilata a Chlamys glabra.

Campbell, A. C. - Nicholls, James, Guide de la faune et de la flore littorales des mers d'Europe, Delachaux & Niestlè, Neuchâtel-Paris, 1979

Cesari, Paolo, I molluschi della Laguna di Venezia, Arsenale Editrice, Venezia, 1994

D'Angelo, Giulia - Gargiullo, Stefano, Guida alle conchiglie del Mediterraneo, Fabbri, Milano, 1981;

Dautzenberg, Ph., Atlas de poche des coquilles des cotes de France, Léon Lhomme, Paris, 1913

Giannuzzi-Savelli, Riccardo et alii, Atlante delle conchiglie marine del Mediterraneo (vol.I), La conchiglia, Roma, 1997

Riedl, Rupert, Fauna e flora del Mediterraneo, Muzzio, Padova, 1991

Parenzan, Pietro, Carta d'identità delle conchiglie del Mediterraneo, Bios Taras Editrice, Taranto, 1970

Piani, Piero, Catalogo dei molluschi conchiferi viventi nel Mediterraneo, estratto dal Bollettino Malacologico dell'U.M.I., n. 16 (5-6), pp. 113-224, Milano, 1980.

Pur del tutto superato dal punto di vista sistematico, costituisce una miniera di informazioni l'opera di Stefano Chiereghin, Descizione de' Pesci, de' Crostacei e de' Testacei che abitano le Lagune ed il Golfo Veneto, manoscritto settecentesco pubblicato per la prima volta da Canova (Treviso) nel 2001

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