elettrochimica - evoluzione della pila

Pila di Zamboni o a "secco"


Le pile secche sono vere pile a colonna nelle quali le rotelle inzuppate d'acqua acidulata sono sostituite da una sostanza solida igrometrica. Se ne costrussero di diverse specie; nella pila di Zamboni, che è la più usitata, i metalli elettromotori sono lo stagno o l'argento ed il biossido di manganese. Per costruire questa pila si prende un foglio di carta inargentata o coperta di stagno ad una delle due facce, o sull'altra si fissa, per mezzo di un corpo grasso, del biossido di manganese ben lavato. Sovrapposti 7 o 8 di questi fogli, se ne tagliano dei dischi di 25 mm di diametro circa, e si sovrappongono questi dischi nello stesso ordine in modo che l'argento o lo stagno di ciascun disco si trova contatto col manganese del disco successivo. Sovrapposte così da 1200 a 1800 coppie, si termina la pila a ciascuna estremità, con un disco di rame, e si lega strettamente con fili di seta tutto il sistema per stabilizzar meglio il contatto. Allora, al disco di rame che trovasi a contatto col manganese corrisponde il polo positivo, ed all'altro disco, che trovasi in contatto con l'argento o con lo stagno corrisponde il polo negativo.

Le pile secche sono notabili per la durata della loro azione, la quale può prolungarsi per parecchi anni. La loro energia dipende molto dalla temperatura e dallo stato igromotrico dell'aria. Essa è maggiore in estate che in inverno, e l'azione dì un forte calore può ravvivarla quando sembra estinta. Una pila di Zamboni di 2000 coppie non dà né scossa né scintilla, ma può caricare la bottiglia di Leida e gli altri condensatori. A tal uopo però richiedesi un certo tempo perché 1'elettricità nel suo interno non si muove che lentamente. Lo svolgimento dell'elettricità in queste pile è generalmente attribuito ad una lenta azione chimica prodotta dalla decomposizione delle materie organiche della carta.