Macchina elettrica di Ramsden
La parola al prof. Zantedeschi
Macchina elettrica di Ramsden
Selezione di testi tratti dalle opere dei docenti che hanno insegnato fisica nel XIX secolo presso l'Imperial Regio Convitto S. Caterina (antico nome del Foscarini). Per la ricerca di altri testi, consulta l'ARCHIVIO.

Immagine tratta dal trattato di Zantedeschi§ 24. Della Macchina Elettrica, e dei principali fenomeni elettrici.

La prima idea di macchina elettrica è dovuta ad Ottone de Guerike, [...]. Hawkesbée al globo di solfo sostituì quello di vetro, [...]. Questa venne di molto perfezionata da Ramsden, al quale taluni attribuiscono l'onore dell'invenzione.

[...] Io non recherò qui le diverse modificazioni, che furono fatte a questo apparato [...]. Esse sono molte, come può vedersi nelle originali memorie de' fisici (fig. 15). Io mi limito a descriverne i risultamenti generali che vennero confermati dalle mie proprie esperienze.

Una macchina elettrica è formata di due conduttori e di due coibenti [isolanti]; [...]. Un coibente ed un conduttore sono essenziali: ma il secondo coibente e il secondo conduttore sono accessorii; così il disco è il principale coibente, i cuscinetti costituiscono il principal deferente [conduttore]; il bevitore o la catena è il deferente accessorio, ed i sostegni ne sono gli isolanti. Una macchina elettrica di perfetta costruzione deve avere due qualità: pronto e copioso sviluppo di elettrico e la minima dispersione.

Per lo sviluppo della elettricità concorre da un lato la natura e la grossezza del vetro e dall'altro la preparazione dei cuscinetti, la natura del corpo stropicciante e il grado e la direzione dell'attrito, e la temperatura. Rispetto al vetro non convengono i fisici fra di loro: [...].

In Venezia si trova eccellente il vetro di antichi specchi fatti a Murano, che sono di una tinta verde giallognola; quelli di recente fabbricazione e che hanno una tinta chiara sono cattivi; io n'ebbi delle prove sperimentali da che mi ritrovo a Venezia.

[...] Rispetto ai cuscinetti, che in questa specie di macchine sono quattro, due di sopra contrapposti l'uno all'altro e stringenti il vetro frammezzo, e due al di sotto contrapposti in modo somigliante, dobbiamo avvertire, che sogliono formarsi ciascuno di un pezzo di cuoio attaccato nel suo contorno ad una assicella di legno, e tenuto gonfio da una massa di crini di cavallo, affinchè sia cedevole ed elastico, e che tutti vengono mantenuti contro il disco da una molla, perchè possano sempre adattarsi alle ineguaglianze del disco, senza mai cessare di premerlo. [...] In Venezia dove l'aria è spesso umidissima, il taffettà impedisce potentemente la dispersione dell'elettrico, e pare che la macchina, per certo modo, si rinvigorisca.

[...] Prima d'incominciare il corso dell'elettricità, io soglio dall'assistente far preparare la macchina a questo modo. Con tripolo ben decantato e pannolino asciuttissimo si asterge il vetro d'ogni imbrattamento [...]; si ripulisce il bevitore con molta diligenza [...]; si levano i cuscinetti, si nettano dalla polvere, si riducono soffici e gonfi, e scaldatili al fuoco, vi si applica l'oro musivo; e quindi ben caldi si rimettono alla macchina. [...] Per tal guisa la macchina è in pronto per tutte quelle esperienze che abbisognano all'elettricista.

Francesco Zantedeschi, Trattato di Fisica elementare, volume III, parte I, Venezia, MDCCCXLIV, Tipografia Armena di S. Lazzaro, pagg. 58 - 64.