acustica
Supporto teorico
Il timbro

Da un punto di vista del tutto generale, l'analisi con opportuna macchina di un qualsiasi suono emesso da uno strumento musicale ne metterebbe subito in luce la grande complessità. In effetti, se l'acustica musicale fosse solo un problema riconducibile a mere differenze di frequenza, la stessa nota suonata da un flauto, un violino, una chitarra, ecc. non dovrebbe "suonare" in modo diverso. Invece ciò accade e non occorre essere esperti per riuscire a distinguere che una stessa nota non risulta perfettamente identica se viene prodotta da diversi strumenti, pur avendo in comune la stessa frequenza e, al limite, pure la stessa intensità!

In un suono prodotto da uno strumento c'è dunque qualcosa in più che di volta in volta, anche nell'uguaglianza, lo rende differente e che nei secoli ha reso possibile la creazione di un gran numero di strumenti musicali ciascuno con la sua storia evolutiva e funzione nel contesto di un'orchestra; si tratta del timbro.

Per una fissata dimensione del corpo vibrante, la vibrazione (nota) non è costituita da una singola onda armonica (nota pura), ma da un'onda periodica che è frutto della combinazione con diverse intensità del primo armonico con un certo numero di armonici successivi.

In altre parole una stessa nota emessa da due diversi strumenti risulta possedere un diverso contenuto in armoniche che di fatto rende il suono diverso nel timbro. E' un po' come se a una ricetta di base seguita da tutti, poi ogni singolo chef vi aggiungesse qualcosa di personale scelto da un insieme di ingredienti comuni (chi un po' di basilico, chi un po' di prezzemolo, chi una noce di burro e del prezzemolo... ).

Quindi un suono si differenzia per frequenza, intensità e timbro. E il timbro dipende da vari fattori tra i quali spiccano il punto e le modalità di eccitazione del corpo vibrante.