Si tratta di un sensibilissimo elettrometro, detto a quadranti sulla base delle sue modalità costruttive, descritto per la prima volta nel 1867 William Thomson (1842-1907, dal 1892 Lord Kelvin). Eleuthère E. N. Mascart (1837-1908) apportò al modello di Thomson alcune semplici modifiche. Lo strumento è firmato "Ateliers Ruhmkorff I. Carpentier Ing.r Const.r Paris 629". Per funzionare richiedeva l'impiego di una pila e di un sistema canocchiale-scala graduata (il cosiddetto metodo della leva ottica), per evidenziare e misurare la rotazione dello specchio all'interno dello strumento. Tra la fine dell'Ottocento e gli anni Trenta questo dispositivo fu l'elettrometro più diffuso per misurare differenze di potenziale. Nei primi modelli, come questo, le oscillazioni dell'equipaggio mobile venivano rapidamente smorzate sfruttando la viscosità del'acido solforico concentrato posto in un piccolo recipiente di vetro adagiato sul fondo. |
Battelli A. - Cardani C., Trattato di fisica sperimentale ad uso delle università, Francesco Vallardi, Milano, 1925, Vol. 4, pag. 14, fig. 14 Bernardi G., Apparecchi di fisica, III Edizione, Ditta Prof. Gaetano Bernardi, Tranto, 1931, pag. 39, fig. 5032 Desbeaux E., Fisica Moderna, Casa Editrice Sonzogno, Milano, 1892, pag. 533, fig. 448 Drion Ch. - Fernet E., Traité de physique élémentaire, G. Masson éditeur, Paris, 1877, pag. 357, fig. 309 Joubert J., Traité Élémentaire d'electricité, G. Masson Éditeur, Paris, 1889, pag. 83, fig. 63 Murani O., Trattato elementare di fisica compilato ad uso dei licei e degli istituti tecnici, Heopli, Milano, 1906, Vol. 2, pag. 372, fig. 328 Premoli P., Nuovo dizionario illustrato di elettricit&agreve; e magnetismo, Soc. Editrice Sonzogno, Milano, 1904, Vol. 1, pag. 341, fig. 499
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