Anelli di Newton
La parola al prof. Traversi
Anelli di Newton
Selezione di testi tratti dalle opere dei docenti che hanno insegnato fisica nel XIX secolo presso l'Imperial Regio Convitto S. Caterina (antico nome del Foscarini). Per la ricerca di altri testi, consulta l'ARCHIVIO.

De' Colori dipendenti dalla varia grossezza de' Corpi, ossia degli Anelli colorati.

Immagine dal trattato di Traversi§ 3307. No, non è il solo Prisma, il quale, decomponendo la Luce ne' suoi raggj variamente rifrangibili, ci offra il bello spettacolo de' Colori, che si osservano nello Spettro Solare. [...] Come si potranno [...] dedurre gli anelli colorati, i quali si osservano nelle bolle fatte coll'acqua di Sapone? come quelli, che ugualmente offronsi alla vista dell'osservatore in alcune pallottole di vetro sottilissimo? [...]

§ 3309. [...] la qualità de' colori [...], l'ordine in cui essi compariscono, e le differenze che [...] si osservano, sono [...] fenomeni, li quali si rifiutano a qualunque spiegazione, che dar se ne volesse dietro a' principj, che alla teoria del Prisma appartengono. [...]

§ 3313. Prese egli [Newton] due lenti, l'una piano-convessa, e l'altra convesso-convessa, tali però, che le loro convessità erano appena sensibili; e situata una delle faccie [sic] convesse della seconda sopra la faccia piana della prima, le compresse gradatamente l'una contro l'altra. L'effetto di questa successiva compressione si fu il far comparire nello strato d'aria compreso fralle due lenti diversi circoli vario-colorati, i quali aveano il loro centro comune nel luogo, in cui la faccia convessa della lente superiore toccava la piana dell'inferiore, ed il numero de' quali andava crescendo coll' accrescersi della compressione delle lenti [...] La fig. 117. Tav. VII. rappresenta per metà degli anelli colorati, i quali si ottengono col metodo descritto. [Testo in nota a piè pagina]

§ 3315. [...] Nel luogo del contatto scorgevasi una macchia nera. Attorno di questa comparivano sette anelli vario-colorati, i quali offrivano i colori seguenti. Il primo verso la macchia nera era bleù [sic], quindi bianco, poi giallo, finalmente rosso. I colori del secondo anello presi nello stess'ordine erano violetto, bleù, verde, giallo, e rosso: quelli del terzo porporino, bleù, verde, giallo, e rosso: quelli del quarto, verde, e rosso: quelli del quinto bleù-verdastro, e rosso: quelli del sesto bleù-verdastro, e rosso-pallido: quelli in fine del settimo bleù-verdastro e bianco-rossastro. Al di là di questi anelli, le tinte de'quali andavano sempre più indebolendosi, non si osservava che il bianco ordinario.

§ 3316. Newton non si contentò di rilevare coll'esattezza la più scrupolosa l'ordine, e la qualità de' colori degli anelli descritti: [...] ritrovò che li quadrati di questi diametri [degli anelli] seguivano la progressione aritmetica de' numeri dispari 1, 3, 5, 7, 9, 11. Quindi misurò pure li diametri degli anelli predetti nel sito ov' essi comparivano oscuri, vale a dire laddove un anello era separato dall'altro, e ritrovò, che li quadrati di questi secondi diametri seguivano la progressione aritmetica de' numeri pari 2. 4. 6. 8. 10. [...]

§ 3317. Questo è quanto offrirono al Newton le lenti vedute per Luce riflessa, ossia osservate nella loro superficie esteriore. Egli le esaminò pure per Luce rifratta, dirigendo la vista attraverso della loro grossezza: ed ecco li fenomeni, ch'egli ne osservò. Vide anche in questo caso degli anelli colorati eguali in numero a'precedenti, ma li colori, dalla cui unione essi risultavano, tenevano un ordine ben diverso. La macchia centrale di nera ch'era, diveniva bianca: quindi il primo anello offriva, incominciando dalla macchia predetta, li colori rosso-giallastro, nero, violetto, bleù: il secondo li colori bianco, giallo, rosso-violetto, bleù: il terzo li colori verde, giallo, rosso, verde-biavastro: il quarto li colori rosso, e verde-biavastro; e così il quinto, ed il sesto. Or confrontando questi colori veduti per rifrazione con quelli, che avea egli osservati per riflessione, rimarcò, che il bianco corrispondeva al nero, il rosso al bleù, il giallo, al violetto, ed il verde al porporino, ossia al rosso, mescolato col violetto: cosicché quello che alla semplice vista compariva nero, bleù, violetto, porporino ec., osservato attraverso della grossezza delle lenti, si cangiava in bianco, rosso, giallo, verde, ec. Queste tinte però prodotte dalla Luce rifratta erano deboli, e languide: quando tuttavolta si guardavano molto obliquamente, prendevano un grado notabile di chiarezza, e di vivacità.

A. M. Traversi, Elementi di Fisica generale, Volume VII, Lezione LXXXV, Venezia, M.DCCC.XXII, Tipografia Antonio Curti, pagg. 285 - 287, 289 - 290, 293 - 294