Questi graziosi dispositivi, presenti in forma leggermente più grande anche nel Museo di Fisica dell'Università di Padova e probabilmente lavoro di
Francesco Cobres, erano conservati nel retro del laboratorio di fisica completamente dimenticati, fortemente impolverati e con i fili (che materializzano i raggi luminosi) tutti spezzati. Un paziente lavoro di pulizia e di ripristino dei fili (sulla base del Trattato del Traversi, vol. VII.) li ha riportati al loro antico splendore. La loro efficacia didattica è indiscutibile. La serie, indicata nell'
Inventario del 1838, purtroppo non è completa; infatti sono superstiti tre apparati su sette.