TA KIMIKA
Approfondimenti
Il moto browniano


Il botanico Robert Brown (1773-1858) osservò nel 1827 che il polline, disperso in acqua, si divideva in corpuscoli che si muovevano in modo molto irregolare. Egli pubblicò nel 1828 una nota sul mistrioso movimento presentato dal polline sul "Philophical Magazine". Nella seconda metà del XIX secolo alcuni studiosi avevano cercato di giustificare i moti cosiddetti browniani legandoli alla luce incidente sulle soluzioni, alle dimensioni delle particelle sospese e alla viscosità del fluido.

Con linguaggio moderno, il sistema studiato da Brown che prevede la presenza di piccolissime particelle (comprese tra 1 e 1000 nm) disperse in acqua è una "dispersione colloidale" (l'etimo è chiaramente greco e significa simile alla colla). Per avere una dispersione colloidale stabile si deve nella pratica fare in modo che la particelle siano abbastanza piccole ed evitare che esse si aggreghino. Le particelle disperse sono tuttavia abbastanza grandi per diffondere la luce e tale effetto prende il nome di "effetto Tyndall", dal nome dello scienziato inglese Jogn Tyndall (1820-1893).

Venne logicamente ipotizzato che la causa dei moti irregolari del polline fosse dovuta ai moti convettivi (moto termico) del fluido, ma in realtà la spiegazione fu pubblicata da A. Einstein (1879-1955) nel 1905 e la scoparta di Brown non fu altro che la prima evidenza sperimentale dell'esistenza di atomi e molecole e dei loro movimenti. Einstein mise infatti in relazione i moti browniani con il movimento delle particelle del fluido, cioè che tali moti fossero spiegabili alla luce della moderna teoria cinetica corpuscolare. Lo stesso fisico individuò nell'osservazione sperimentale di tali moti irregolari la possibilità di ottenere informazioni sulla dimensione degli atomi.

Considerando una particella di polline, in un certo istante il numero delle particelle di fluido che vi entrano in collisione da una parte può essere maggiore del numero di volte che caratterizza quelle che provengono dall'altra parte; ecco che la particella di polline subisce degli scossoni, il che dà vita al moto irregolare a zig-zag osservato da Brown.