TA KIMIKA
Approfondimenti
I refrigeranti
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Accanto agli utilizzi industriali dei clorofluoroderivati CFC/HCFC bisogna anche sottolineare il diffuso impiego tecnico, quali agenti estinguenti d'incendio, di alogenoderivati del metano o dell'etano con atomi di bromo nella molecola (clorofluorobromocarburi), fluidi chiamati comunemente halon, capaci di un'efficace azione di inibizione rispetto alle reazioni a catena delle combustioni; sono usati come carica di estintori ed impianti fissi o mobili di spegnimento incendi. Prodotti alogenoderivati da idrocarburi di esteso impiego sono anche il tetracloruro di carbonio (tetraclorometano CCl4), che viene utilizzato come sgrassante e disinfestante (il suo impiego è peraltro stato abbandonato nei Paesi sviluppati da quando si è stabilito il suo effetto tossico e cancerogeno) ed il metilcloroformio (1,1,1-tricloroetano CH3CCl3), utilizzato quale solvente e sgrassante nell'industria siderurgica. Tuttavia la situazione è completamente cambiata a partire dagli anni 70 quando gli scienziati hanno provato che la riduzione della fascia di ozono presente nella stratosfera, drammaticamente evidenziata dal buco creatosi in corrispondenza al continente antartico, era dovuto proprio all'azione di questi refrigeranti sintetici.

Da un punto di vista operativo e in alternativa alla nomenclatura IUPAC, per individuare semplicemente i vari refrigeranti si utilizza una designazione contenuta nella norma americana ASHRAE Standard 34 e sostanzialmente accettata a livello mondiale. In pratica il refrigerante è designato mediante una sigla costituita dalla lettera R (che sta per "Refrigerant", cioè "fluido frigorigeno") e da due o tre cifre (RXYZ o RYZ) eventualmente seguite da una o più lettere minuscole. Ad esempio R12 (CCl3F, un CFC), R10 (CCl4, un CC), R14 (CF4, un FC), R123 (CHCl2-CF3, un HCFC) e R134a (CFH2-CF3, un HCFC). Le regole per ottenere la sigla di un fluido frigorigeno sono le seguenti:

  1. La prima cifra X indica il numero degli atomi di carbonio presenti diminuito di un'unità. In pratica con i derivati del propano vale 2, dell'etano tale cifra vale 1 e con i derivati dal metano vale 0 e si omette, per questo in tal caso la sigla presenta due sole cifre.

  2. La seconda cifra Y indica il numero degli atomi di idrogeno presenti aumentato di un'unità. Quindi nel caso di CFC la seconda cifra (che diventa la prima per i derivati del metano) vale sempre 1, non essendoci atomi di idrogeno nella molecola.

  3. La terza cifra Z indica il numero degli atomi di fluoro presenti.

  4. Gli atomi di cloro j risultano di conseguenza determinati e si possono trovare in base alle cifre precedenti secondo la relazione j=2(X+1)+2-(Y-1+Z) [1]

Ad esempio