TA KIMIKA
Approfondimenti
I refrigeranti
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  1. Se il composto è ciclico, dopo la R si aggiunge la lettera maiuscola C. Ad esmepio RC318 (octofluorociclobutano).

  2. Oltre ai refrigeranti puri, vengono utilizzate anche miscele a più componenti raggruppate secondo la serie R400 (miscele zeotropiche) e la serie R500 (miscele azeotropiche). Le miscele azeotropiche hanno un comportamento uguale a quello di un fluido puro e quindi ad una pressione costante (all'evaporatore o condensatore) corrisponde un'unica temperatura di saturazione. E' questo il caso del R502 che è una miscela di R22 e R15. La maggior parte delle miscele sono invece zeotropiche cioè risentono della diversità delle curve di saturazione dei fluidi componenti e quindi, durante la condensazione o evaporazione a pressione costante, la temperatura varia in un certo intervallo. Fra le miscele zeotropiche si ricorda R407C composta da R32, R125 ed R134a. L'ultima lettera C indica una certa composizione percentuale di tale miscela che oggi appare fra i possibili sostituti del diffuso R22. Altri esempi di miscele di fluidi frigorigeni sono:
    R407 (R32 20%, R125 40%, R134a 40%>
    R410A (R32 50%, R125 50%)
    R500A (R12 73,8%, R152a 26,2%)
    R508B (R23 46%, R116 54)

  3. I fluidi refrigeranti non derivati dagli idrocarburi e quindi i fluidi naturali sono infine raggruppati nella serie R700. Si ha così, ad esempio, R717 (ammoniaca) e R744 (anidride carbonica).

  4. I composti di sintesi contenenti bromo vengono generalmente classificati secondo un sistema a parte (tipo Halon 1301, Halon 2402, ecc.). In alcuni casi è però presente anche la corrispettiva sigla con la lettera R. In questo caso il numero di atomi di bromo presenti nel composto è espresso da una cifra che segue la lettera maiuscola B.

I CFC sono i refrigeranti più stabili ed inerti oltre che i meno solubili in acqua. Questa caratteristica, un tempo considerata un pregio, li rende oggi i più pericolosi dal punto di vista ambientale. La loro vita nell'atmosfera è infatti lunga e quindi grande è la probabilità che essi possano raggiungere la stratosfera e quindi qui dissociarsi. Ciò porta alla liberazione di atomi di cloro i quali svolgono un'azione catalitica provocando reazioni distruttive per l'ozono che si decompone. Al termine di una reazione il cloro è nuovamente disponibile per distruggere ancora molte molecole di ozono (che svolge un ruolo protettivo fondamentale in quanto assorbe la radiazione solare ultravioletta in un campo di frequenze particolarmente pericolose per la vita sulla terra e in particolare per l'uomo). Da questo punto di vista i fluidi HCFC risultano meno nocivi in quanto meno stabili per effetto della presenza residua di atomi di idrogeno nella molecola che risultano più facilmente attaccabili da parte degli agenti atmosferici. Minore è quindi la probabilità che gli HCFC possano raggiungere indenni gli strati più alti dell'atmosfera. Infine non sono assolutamente pericolosi i fluidi non contenenti cloro cioè gli HFC.

La comunità internazionale ha reagito a queste notizie mediante l'emanazione di misure restrittive riguardo all'uso dei refrigeranti dannosi per l'ambiente. Si è così giunti al protocollo di Montreal del 1987 sottoscritto da gran parte dei paesi del mondo e fra questi la totalità dei paesi più industrializzati. Tale accordo ha già portato al divieto di produzione e uso in nuove apparecchiature dei CFC e la sostituzione dei fluifi frigorigeni CFC con HCFC puri o in miscela. E' inoltre previsto un graduale abbandono anche degli HFC da completarsi entro il 2035. Una più rapida messa al bando è prevista però da vari singoli stati e anche dalla Comunità Europea. Occorre però aggiungere che nel mondo scientifico è presente anche un'altra forte tendenza che è quella di cercare di eliminare totalmente l'uso di fluidi di sintesi tornando unicamente all'impiego di fluidi esistenti in natura. Si obietta infatti che anche i nuovi fluidi di sintesi, che oggi paiono innocui per l'ambiente, potrebbero in futuro riservare brutte sorprese esattamente come è accaduto per i refrigeranti che si vogliono ora sostituire. L'unica autentica garanzia quindi è quella di evitare una modifica della composizione chimica dell'atmosfera mediante emissione di sostanze che in natura non esistono spontaneamente. Ecco quindi il rinnovato interesse per i fluidi naturali: ammoniaca, anidride carbonica, idrocarburi, ma anche aria e acqua, le cui applicazioni frigorifere sono oggetto di nuove ricerche alcune delle quali decisamente promettenti.