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Il concetto di rischio


Perché si parla per esempio di rischio d'incendio, di rischio chimico, di rischio idraulico ecc. e non di pericolo d'incendio, di pericolo chimico, di pericolo idraulico, ecc.? Il motivo sta nel significato assai diverso dei due termini, come sinteticamente riassunto nello schema che segue.

RISCHIOE' la possibilità reale di subire un danno
E' il lato oscuro dell'evento (incontrollabilità, inevitabilità)
E' legato a fatti connessi da livelli di potenzialità e coincide con la potenzialità
PERICOLOE' un attesa soggettiva di un danno
Materialmente non esiste
Ognuno è libero di sentirlo a modo suo descrivendolo con ricchezza di particolari

Si tenga presente però che la definizione di rischio non può che comunque discendere in ogni caso dalla percezione che ne abbiamo, ovvero dal pericolo. Infatti è proprio la categoria mentale del pericolo a contribuire significativamente alla costruzione dei concetti di normalità e anormalità. Lo studio del rischio coinvolge, da un punto di vista psicologico, le nostre qualità percettive, quelle che ci fanno apparire minaccioso, pericoloso appunto, un tuono.

Nel quantificare il rischio di un evento con riferimento alla sicurezza individuale e collettiva si adotta la seguente formula:

RISCHIO = FREQUENZA x MAGNITUDO

Frequenza: si intende la probabilità che l'evento si verifichi in un dato intervallo di tempo (per esempio il numero di incidenti l'anno).

Magnitudo: rappresenta il danno prodotto al verificarsi di un certo evento negativo con ripercussioni sull'uomo e sull'ambiente.

Entrambi i fattori concorrono dunque alla quantificazione del rischio. Premesso che è l'uomo che deve adattarsi all'ambiente e non viceversa, la conoscenza delle cause che stanno alla base di un rischio e la conseguente previsione e prevenzione concorrono a ridurre i rischi, anche se il rischio non può mai essere nullo. Ogni società deve dunque imparare a convivere con il rischio. Pur non potendo azzerarlo è possibile ridurlo e minimizzarlo attuando una severa e costante vigilanza nel rendere tanto più piccole le grandezze frequenza e magnitudo che con il loro prodotto formano il rischio.

Per esempio, nel caso di un impianto industriale, la riduzione dei numerosi rischi porta ad adottare:
- sistemi di sicurezza, possibilmente ridondanti, in grado di impedire l'esecuzione di manovre errate e di segnalare tempestivamente malfunzionamenti, di bloccare eventuali perdite o di renderle innocue (torce)
- un adeguato controllo al fine di evitare manomissioni di parti dell'impianto
- la costante e ripetuta formazione e il continuo aggiornamento di tutto il personale in base alle diverse mansioni e gradi di responsabilità
- una continua ed efficace manutenzione di tutte le parti dell'impianto e controlli periodici
- l'adozione di sistemi di protezione individuale per i lavoratori
- un efficiente squadra di intervento in caso di emergenza
- la presenza di un chiaro segnale d'allarme per la popolazione e di un dettagliato piano di emergenza



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