specchi - specchi parabolici
Specchi parabolici con sostegno
Scambio termico per irraggiamento e specchi parabolici

Disegno esplicativo illustrante la reciproca collocazione degli specchi per effettuare la verifica delle legge di riflessione del calore radiante, da A. Ganot, trattato elementare di Fisica, 1861Per verificare che anche il "calorico", per usare la terminologia con cui si spiegava in passato questo secondo esperimento che si può eseguire con gli specchi parabolici, segue la legge di riflessione, si collocano dei carboni accesi in un piccolo castello di fil di ferro A, mentre nel fuoco dell'altro specchio si pone lo stoppino di una candela. Dopo un po' lo stoppino della candela comincerà a fumare e quindi si accenderà.

Ciò accade perché i raggi "calorici" emessi dalla sorgente A (che non sono altro che onde elettromagnetiche di lunghezza d'onda che non cade nel visibile, ma che per il resto condividono le stesse caratteristiche della luce visibile) si riflettono una prima volta sullo specchio, assumono direzione parallela all'asse focale e vengono poi riflessi dalla superficie del secondo specchio e convogliati verso il suo fuoco ove c'è lo stoppino che aumenta di temperatura fino a superare le condizioni di accensione.

Disponendo di due piccoli specchi parabolici è anche possibile dimostrare che lo scambio termico per irraggiamento non ha bisogno di un mezzo per trasmettersi, come accade per esempio per il suono, le onde sismiche e le onde sull'acqua. Collocandoli infatti uno di fronte all'altro entro la campana di vetro di una macchina pneumatica, in un fuoco si dispone il bulbo di un termometro assai sensibile, mentre nel fuoco dell'altro una sorgente elettrica di calore come un filo di platino reso incandescente dal passaggio di corrente elettrica di opportuna intensità erogata da una pila. Tale esperimento fu eseguito per la prima volta dall'inglese Davy. Il termometro aumenta di temperatura anche se entro la campana è stato prodotto un vuoto assai spinto.