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Approfondimenti
Il metodo algebrico di bilanciamento
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L'attribuzione di un valore arbitrario a un coefficiente stechiometrico incognito non deve sorprendere più di tanto. Basta richiamare alla mente una proprietà delle reazioni chimiche bilanciate per farsene una ragione. Per esempio, le scritture
(1) ½H2 + ¼O2 => ½H2O
(2) H2 + ½O2 => H2O
(3) 2H2 + O2 => 2H2O
(4) 10H2 + 5O2 => 10H2O
(5) 200H2 + 100O2 => 200H2O
rispettano tutti e due i principi di conservazione e solo da questo punto di vista sono del tutto equivalenti. Esse differiscono tra loro solamente per una costante moltiplicativa. A rimanere invariati sono i rapporti tra le specie coinvolte, che è la cosa che conta di più. L'equazione (1) si ottiene con il metodo algebrico assumendo per esempio a=½, la (4) per esempio ponendo c=10 e la (5) per b=100.

Ecco svelato perché non è un problema scegliere a caso il valore di un coefficiente stechiometrico incognito e da questo ricavare tutti gli altri. Si perviene in ogni caso a scritture con gli stessi rapporti tra le specie.

Tuttavia le (1) e (2) non hanno significato fisico, poiché non esiste in natura ¼ oppure ½ di molecola di O2, ma come minimo una molecola di ossigeno. Quindi, sebbene i coefficienti stechiometrici potrebbero essere anche numeri non interi, perché la reazione mantanga significato fisico letta in forma molecolare, è preferibile usare numeri interi sotto l'ulteriore condizione che essi siano i più piccoli possibili, cosa non verificata nelle scritture (4) e (5).

Per quanto appena detto, è dunque da preferirsi l'equazione bilanciata (3). Ad essa si può arrivare subito con una opportuna scelta del valore di uno dei coefficienti stechiometrici, oppure alla fine moltiplicando tutta l'equazione ottenuta per una certa costante in modo da rispettare le condizioni sui coefficienti.