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Nomenclatura - 5
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In generale le regole che generano una nomenclatura:
a) tengono conto nel nome dell'appartenenza del composto a una delle grandi famiglie previste o ad un loro sottogruppo di composti;
b) indicano le variazioni di valenza degli atomi (Cu può avere valenza 1 o 2) o dei gruppi con stessa formula bruta (per esempio SO3- - ed SO4- -, ecc.) presenti nel composto tramite suffissi e/o numeri scritti opportunamente.

Se vagliando tutte le possibilità nessun composto resta senza nome scientifico oppure non si verificano casi di composti con nomi ambigui, la nomenclatura risulta sussistente ed efficace. Entrambi i punti precedenti possono essere così riassunti: una nomenclatura deve essere in grado di associare un unico nome a ogni composto prevedendo un certo numero di famiglie, con eventualmente un numero limitato di sottogruppi, e segnalando opportunamente (con suffissi e/o numeri) tutte le possibili combinazioni in termini di variazioni di valenza e/o di diverso numero di atomi sia della Parte1 che della Parte2.

Le nomenclature si differenziano nel numero di famiglie e sottogruppi previsti e nelle modalità di esprimere con suffissi e/o opportuni numeri le possibili variazioni di valenza.

Alcuni esempi permettono di focalizzare meglio quanto appena affermato.

§ Cu con O
Il rame, lo si è visto già più volte, presenta valenza 1 o 2. Nel costruire una nomenclatura si può pensare di avere la famiglia degli ossidi (definita come Me + ossigeno), di cui il composto fa certamente parte. Tuttavia la nomenclatura deve anche essere in grado di distinguere tra Cu2O (Cu con valenza 1) e CuO (Cu con valenza 2). Ne segue che un nome tipo "Ossido di rame" non individua univocamente uno dei due composti tra Cu e O. Quale ossido si sta indicando? Quello con il Cu con valenza 1 o con valenza 2? Evidentemente serve un suffisso o un numero che completi l'informazione di appartenenza alla famiglia degli "ossidi". Il come fare sarà opportunamente normato all'interno della nomenclatura.

§ Cu con un gruppo SOk--
Nel costruire una nomenclatura si può pensare di avere la famiglia dei sali (definita come Me o NH+4 unito ad un anione singolo o formato da un gruppo di atomi). Dallo studio degli acidi (ai quali la nomenclatura avrà attribuito un nome) si sa che di ioni due volte negativi formati da S ed O ve ne sono 2: SO3-- e SO4--. Di ciò se ne dovrà tener conto. A ciò si aggiunge la variazione di valenza del Cu. Allora si hanno 4 composti, Cu2SO3, CuSO3, Cu2SO4, CuSO4, essendo possibili variazioni di valenza sia nella Parte1 che nella Parte2. In questo caso la nomenclatura deve prevedere due sistemi diversi per indicare opportunamente le variazioni concomitanti di valenza sia della Parte1 che della Parte2 in composti con stessa formula bruta (qui CuSO). Il come fare sarà opportunamente normato all'interno della nomenclatura.

§ S con O
Limitandosi al caso specifico in cui il composto, reagendo con l'acqua, formi un ossiacido, si può pensare di prevedere il gruppo delle "anidridi". Ma di composti tra S e O che hanno questo comportamento con l'acqua non ce n'è uno soltanto, ma due: SO2 e SO3. Anche in questo caso alla dizione "anidride + parte del nome dell'altro atomo" (qui lo zolfo, S) va previsto qualcosa in grado di trasmettere la differenza nel numero di atomi di ossigeno legati con lo zolfo (ovvero la variazione della sua valenza). Il come fare sarà opportunamente normato all'interno della nomenclatura.