elettrodinamica
Macchine magneto-elettriche

La scoperta dell'induzione elettromagnetica generò una vera e propria corsa dei fisici per la riproduzione sperimentale di quanto osservato da Faraday e i primi dispositivi funzionanti a induzione non tardarono ad essere realizzati in tantissime “varianti su tema”. Sotto questo punto di vista, iniziò un graduale percorso che porterà alle moderne macchine ad induzione che assicurano la corrente elettrica nelle nostre case. Una delle primissime macchine per generare scintille per induzione elettromagnetica fu la Calamita scintillante. Se per la produzione di scariche elettriche si ricorreva ai rocchetti a induzione, sempre più perfezionati e potenti, per la produzione della corrente elettrica videro la luce tutta una serie di macchine magneto-elettriche a induzione. Alla macchina di Clarke del 1838 (a sua volta miglioramento del dispositivo di Pixii) seguirono altri strumenti più compatti e di produzione industriale, alcuni ideati specificatamente per le terapie elettriche (Macchinetta dinamo-elettrica per i disturbi nervosi). L'impiego delle macchine generatrici di corrente a metà del XIX secolo è ancora piuttosto limitato a causa dei difetti che presentavano i commutatori. Ma le soluzioni non tardarono a venire: impossiible non citare la geniale innovazione introdotta da Antonio Pacinotti (1841-1912) nella cosiddetta “macchinetta” e il motore a campo magnetico rotante, descritto nel 1888 da Galileo Ferraris (1847-1897).

Gli strumenti del Liceo