Elettromagnetismo - indice breve storia
Breve storia dell'elettromagnetismo
L'induzione - Faraday 1831

(Henry) Precedente - PAGINA - Successiva (Faraday 1833)

Faraday, riprendendo i lavori sull'elettromagnetismo, scoprì l'induzione elettromagnetica nel 1831, quell'importantissimo fenomeno elettrico che aprì le porte all'era dell'elettricità.

Dopo che Oersted ebbe mostrato che una corrente elettrica erogata da una pila di Volta produce un campo magnetico in grado di influenzare degli aghi magnetici posti nelle immediate vicinanze del filo conduttore che la trasporta, fu subito ipotizzato che in qualche modo fosse possibile realizzare il risultato opposto, cioè produrre una corrente elettrica con il magnetismo e in tal senso furono intraprese assidue ricerche.

Le scienziato inglese credeva fermamente che si potesse far sì che un campo magnetico producesse corrente elettrica: già nel 1822 il suo libro personale di appunti conteneva le parole "convert magnetism into electricity", cioè traducendo parola per parola "convertire il magnetismo in elettricità". Per molto tempo Faraday provò a produrre correnti elettriche posizionando nelle vicinanze di conduttori o di bobine fatte di filo conduttore dei magneti fissi nello spazio, ma senza successo. Egli infatti pensava in un primo momento che, come le correnti elettriche sono in grado di produrre un campo magnetico intorno al conduttore che le trasporta, così i campi magnetici, agendo su un circuito elettrico, dovevano allora indurre in essi delle correnti elettriche, ma la cosa si rivelò ben presto non funzionare come ipotizzato, dal momento che anche il più potente magnete a disposizione posto staticamente in vicinanza di un circuito elettrico fermo non era in grado di produrre alcuna corrente indotta. Fu solo successivamente che Faraday si accorse che la corrente elettrica indotta si manifestava in presenza di movimento reciproco tra il magnete e il circuito elettrico: questa osservazione fu la chiave che gli aprì il mondo dell'induzione, cioè di quel fenomeno proprio dei circuiti elettrici e più generale dell'autoinduzione, che sta alla base dei principali processi di trasferimento di potenza da un circuito in corrente alternata ad un altro a tensione diversa (trasformatore), di trasformazione dell'energia meccanica in energia elettrica (alternatori e dinamo) e viceversa (motori elettrici).

Ma nel corso dei suoi esperimenti, Faraday riuscì anche a dimostrare che il movimento reciproco tra circuito e sorgente magnetica non è l'unica causa alla base dell'insorgenza dell'induzione, ma che pure un campo magnetico variabile nel tempo è capace di dar luogo allo stesso fenomeno. Quest'ultimo risultato libera il fenomeno dell'induzione dal vincolo rappresentato in apparenza dalla necessaria presenza per la sua comparsa di movimento reciproco tra sorgente del campo magnetico e il circuito elettrico.

Alla luce degli esperimenti compiuti, Faraday dedusse infine la legge dell'induzione: ogni volta che il flusso del campo magnetico concatenato con un circuito varia nel tempo (per moto relativo o per variazione temporale del campo o ancora per entrambi i fattori) si ha la comparsa nel circuito di una forza elettromotrice indotta e quindi di una corrente elettrica. Il verso di circolazione di tale corrente (legge di Lenz) fu oggetto di studio del fisico russo Emilij Christjanovic Lenz (1804 - 1865).

Sebbene Henry avesse realizzato prima di Faraday un esperimento con cui fu in grado di osservare l'autoinduzione, di cui se ne riconosce la scoperta, per quanto riguarda l'induzione anche se entrambi gli scienziati vi giunsero ad esempio con la costruzione di un prototipo di trasformatore, il merito viene tuttavia dato a Faraday, soprattutto per aver effettuato gli esperimenti cruciali e capito fino in fondo la causa dell'insorgere del fenomeno, oltre che naturalmente per la priorità di stampa dei risultati ottenuti in modo del tutto indipendente. Comunque sia, ad entrambi questi scienziati va equamente riconosciuto il merito di aver concretamente aperto la strada per nuove sensazionali invenzioni basate sull'induzione che, nelle loro forme più evolute e perfezionate, sono oggi alla base del nostro benessere.

(Henry) Precedente - PAGINA - Successiva (Faraday 1833)


Ultimo aggiornamento il
20-7-2023
Quelli in verde sono link non ancora attivati.
Quelli in rosso sono elementi con testo esplicativo attivato dal puntatore del mouse.
I link in marrone fanno visualizzare nella galleria di immagini la fotografia collegata con il testo.
La riproduzione totale o parziale di questa pagina e/o di sue parti con qualsiasi mezzo è consentita solo se è senza fini di lucro e sempre con la citazione ben visibile su tutti gli oggetti del nome o dei nomi degli autori e del Liceo Marco Foscarini. Per quanto riguarda i lavori ipertestuali, alle citazioni e/o alle fotografie va sempre aggiunto un link verso la pagina o le pagine del Museo Virtuale o del Museo di Fisica A. M. Traversi utilizzate come fonte. Non copiare totalmente una pagina (testo con o senza foto) o lunghe sezioni; si utilizzino invece link verso le pagine di interesse. La riproduzione di qualsiasi fotografia prelevata da questa pagina in riviste scientifiche e/o in elaborati prodotti nell'ambito di progetti di ricerca necessita del permesso da parte della Direzione del Museo Traversi. Tale permesso, di esclusiva pertinenza della Direzione del Museo, viene eventualmente rilasciato dopo presentazione di un'apposita domanda (si consulti al riguardo la voce Ricerca del sito internet del Museo Traversi). Per altre informazioni si consultino le note in materia di copyright.
Tutte le informazioni di carattere tecnico legate agli strumenti descritti nel Museo Virtuale sono oggetto di continuo aggiornamento. Sono pertanto possibili non corrispondenze tra pagina in rete e ultimi dati raccolti; gli interessati sono pregati di contattare la Direzione del Museo.
Nota: il trasferimento del museo virtuale sul nuovo server Linux ha comportato in alcune pagine la eventuale visualizzazione di strani simboli orientali a causa di una non completa conversione dei caratteri speciali nel linguaggio HTML. Ci scusiamo con i visitatori e li preghiamo gentilmente di segnalare le pagine affette da tali errori al fine di correggerle al più presto.
URL del Museo Virtuale: http://museo.liceofoscarini.it/virtuale/index.html
URL del Museo di Fisica "A. M. Traversi": http://museo.liceofoscarini.it; e-mail: museo.atraversi@del@liceofoscarini.it [Rimuovere del@ per avere l'indirizzo corretto].

Gestione del Museo Virtuale di fisica e testo: Pierandrea Malfi (pierandrea.malfi@#toglimi#liceofoscarini.it) [Rimuovere # per avere l'indirizzo corretto]
Direttore del Museo: prof. Ornella Fassina - Curatore Scientifico: ing. Pierandrea Malfi
Gestione del sito web del Liceo M. Foscarini: Paolo Bonavoglia (paolo.bonavoglia@liceofoscarini.it) del
Liceo Classico "Marco Foscarini" - Venezia