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Antonio Maria Traversi Physics Museum |
Pierandrea Malfi |
"[...]1993: begins the adventure of a series of masterpieces [...]. Engine of the rescue and recovery of the ancient instruments was Andreina Naletto. [...] Her first, limited, and modest idea of an exhibition for the High School' students and colleagues [...] was carried out by realizing an intruments expo the following year. [...]. We also had the helping hand of the Physics Lab
technician, Mr. Rombolotto [...]. And then an Engineering student at Padua University, who only the year before had left the Foscarini High School, with precision and consistency dedicated a lot of his time by taking part to the cleaning work and he too was impressed by the beauty of these objects. He was Pierandrea Malfi ... "
D. Magnanini, "Rediscovery of a heritage," in P. Malfi (ed.), "The Antonio Maria Traversi Physics Museum", Grafiche Veneziane, Venezia, 2007, pagg. 31-32.
Yes, it was just in this way, in the Daniela Magnanini's words for a quick hint, that the adventure inside the ancient physics instruments of my former high school began for me! A request for cooperation to do a humble and hard work: the cleaning of a selection of these strange objects which "crowded" the strictly off-limits area to all students of the physics laboratory (the one before 2005).
Those objects were undoubtedly wrapped, as well as dust and tenacious oxides, in an aura of mystery and fascination that struck me. More than once I asked, "but according to you, professor, this thing can work and how?". At the time, I was following the Physics I classes at University. One afternoon I took the opportunity to operate the gyroscope that I had in my hands (Foucault's gyroscope); I remember that we were delighted to see it spinning and turning and several times we sent down along the guide the ball of the Parabolic motion device by Miotti. But regarding other instruments many doubts remained to us...
Conclusasi la mostra, c'era ancora parecchio lavoro da fare: la curiosità e la voglia del "capire come funziona", che spesso è motivo di scherno per gli ingegneri, fecero il resto... trasformando la cosa in un vera e propria attività di studio, di documentazione e di ricerca che continua tutt'oggi. Di questa avventura desidero ricordare queste tappe importanti che marcarono il lento recupero di una preziosa collezione e anche la mia "carriera" al Foscarini.
- 1995 - personale realizzazione di fotografie di tutti gli armadi della Mostra del 1994 e degli oggetti sui tavoli, anche con scatti a soggetto singolo, per documentare l'esposizione del 1994 e in vista di un lavoro più approfondito di catalogazione. Il primo logo del Museo Virtuale (2000) è stato realizzato dal prof. P. Bonavoglia proprio da una di queste foto;
- 1996 - approvazione da parte del preside, prof. Secci, del mio progetto di mantenere in esposizione una piccola selezione degli strumenti esposti nella Mostra del 1994. Fu così che mi occupai della selezione degli oggetti e del loro allestimento in tre armadi. Concludeva ogni visita l'effettuazione di alcuni semplici esperimenti nell'allora laboratorio di fisica. Per guidare le classi (aa.ss. 1997-1998 e 1998-1999) a fine 1996 preparai una settantina di cartelle scritte a mano con appunti di spiegazione degli strumenti e di loro inquadramento nel contesto della storia della scienza. Come fonte utilizzai il famoso trattato di fisica del Ganot che acquistai a Padova, primo volume di una collezione destinata a crescere.
- 1999 - sul finire di tale anno, mentre stavo scattando ulteriori fotografie agli strumenti di fisica, incontrai quasi per caso il prof. Bonavoglia, webmaster del sito internet del Liceo, in rete già da quattro anni. Nacque così il progetto di ospitare una mostra virtuale degli strumenti sul sito del Foscarini, la cui storia continua tutt'oggi.
- 2000 - nel mese di marzo da sette pagine scritte in word vennero messe in rete le prime 10 pagine di quello che diventerà il Museo Virtuale di Fisica. Di lì a poco il Museo Virtuale crebbe e con esso la necessità di studiare, datare, pulire, catalogare l'intera collezione di strumenti del Liceo. Il preside, prof. Fiano, mi approvò il progetto di recupero e valorizzazione della collezione di strumenti di fisica, dandomi mandato di occuparmi della sua realizzazione.
- 2001 - imparate le basi del linguaggio HTML e JavaScript, facendo tesoro dei suggerimenti e degli insegnamenti informatici forniti dal prof. Bonavoglia, agli inizi di tale anno mi venne dato totale accesso alla cartella che ospita il Museo Virtuale. Fui insomma investito dei "poteri di webmaster" per tale sezione del sito del Liceo con piena libertà di gestione. Alla cerimonia di inaugurazione dell'a.s. 2001-2002 il Museo Virtuale venne presentato al pubblico.
- 2002 - fu deciso di allestire nel plesso scolastico un'esposizione permanente con oggetto una opportuna selezione di antichi strumenti di fisica. A tale scopo si trovarono i fondi e si avviarono i lavori di ristrutturazione dei locali individuati per ospitare il futuro museo;
- 2003 - a fine maggio tutto era pronto per procedere con l'allestimento del Museo. Fu così che il preside mi nominò curatore della mostra con incarico di coordinare il gruppo di lavoro. Alla prima riunione operativa mi fu approvata all'unanimità la proposta di intitolare il Museo al primo "preside" della scuola, l'Abate Antonio Maria Traversi. Nasceva dunque il nome ufficiale di Museo di Fisica "Antonio Maria Traversi", museo inaugurato il 20 dicembre 2003 con una fastosa cerimonia.
- 2004 - in base allo Statuto del Museo Traversi una delle cariche del direttivo è quella di "Curatore scientifico", ruolo che ricopro tuttora.
- 2007 - per il bicentenario mi è stato dato dal preside, prof. Fiano, l'incarico di curare un intero volume dedicato al Museo Traversi cui ho dato il seguente titolo: "Il Museo di Fisica Antonio Maria Traversi, recupero e valorizzazione di un patrimonio". Il volume è totalmente scaricabile in formato PDF in questa pagina.