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La chimica e LaTex
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Il primo passo per entrare nel mondo di LaTex è aprire la mente e "dimenticarsi" di Word ed Open Office Writer (OOW). Ebbene sì, bisogna fare questa operazione mentale, se si vuole utilizzare LaTex con lo spirito giusto; rimanere invece vincolati al continuo confronto con i consueti word processor utilizzati fino ad adesso (e probabilmente anche dopo per la redazione di documenti non matematici) non sarebbe corretto. LaTex è infatti diverso da un word processor, poiché è un potentissimo formattatore di testi con la capacità dell'estendibilità (ossia aggiunta di nuove funzionalità tramite opportuna programmazione).

Il primo shock da superare: Latex è un programma WYSIWYM. Si apra un documento (Word oppure OOW) di testo con, magari, foto, tabelle ed equazioni. Ora, quel che viene mostrato a video è anche ciò che si ottiene. In altre parole gli abituali word processor sono programmi WYSIWYG (What You See Is What You Get - Ciò Che Vedi E' Ciò Che Ottieni, in sintesi "vedi quanto ottieni").

Con il proprio browser si visualizzi invece per esempio il codice HTML di questa pagina (con Firefox: Visualizza => Sorgente pagina, oppure CTRL+U). Che fine hanno fatto lo sfondo, il logo, le fasce a colori verdi con i titoli, la galleria con le sue immagini, ecc.? Nel documento continuano ad esserci, ma sono sotto forma di comandi HTML in una struttura di documento WYSIWYM (What You See Is What You Mean - Ciò Che Vedi E' Ciò Che Intendi, in sintesi "vedi quanto intendi"). E' compito del browser convertire i comandi HTML negli effetti voluti dall'autore della pagina... Stessa cosa vale per LaTex.

L'editor per LaTeX montato sul proprio PC (in questo caso TeXnicCenter) offre all'utente un ambiente WYSIWYM in cui redigere il documento che si intende produrre attraverso dei comandi di formattazione che accompagnano il testo. Questi non fanno altro che dare le istruzioni di formattazione e/o di ubicazione dei vari oggetti previsiti (indice, liste di tabelle e figure, capitoli e sottocapitoli, a capo, salti di pagina, liste numerate e non, tabelle, immagini, note a piè pagina, formule, riferimenti, ecc.), ma tutti gli oggetti in questo ambiente non si vedono nella loro forma finale, ma ci si limita appunto solo a "intenderli" in una certa posizione tra le righe.

Dunque nell'editor LaTeX un documento in redazione assomiglia molto a uno in HTML. Di conseguenza, chi ha già avuto modo di redigere pagine web è più preparato al modo WYSIWYM di concepire i documenti. Ma è una cosa che si impara abbastanza alla svelta... Per essere visto nella sua forma stampata (ossia per produrre un documento di output, solitamente in PDF) un documento LaTex va compilato. A ciò provvede l'editor con certi comandi e poi un opportuno programma di visualizzazione esterno; per i PDF, Acrobat Reader (ecco perché in fase di configurazione di TeXnicCenter è stato indicato il percorso dell'eseguibile di tale programma).

Si lascia eventualmente alla lettura dei manuali su LaTeX l'analisi dei vantaggi del sistema WYSIWYM rispetto a quello WYSIWYG.