L'obiettivo a cui si tende nel misurare la tossicità di una sostanza è l'individuazione della concentrazione (quantità biodisponibile) o della dose (quantità che penetra nell'organismo), alle quali il composto tossico è capace di produrre uno o più effetti (in genere la morte, ma non sempre) su una porzione significativa (mediamente il 50%) degli organismi di riferimento (ratti, conigli, ecc.) tenuti in condizioni controllate (concentrazione del composto tossico e durata dell'esposizione).
Gli effetti possono essere acuti o cronici, reversibili o irreversibili e vengono comunque divisi in due categorie fondamentali:
- effetti proporzionali alla dose assorbita. Per essi si può affermare che l'intensità dell'effetto lesivo è proporzionale alla dose ovvero alla quantità di sostanza tossica assorbita dall'organismo in un certo tempo;
- effetti non proporzionali, in genere irreversibili. Tra gli effetti irreversibili sono da evidenziare quelli cancerogeni, mutageni e teratogeni. Per tali sostanze è bene precisare che a rigore non esiste una soglia minima certamente sicura e senza effetti.
In tutti i casi di effetti proporzionali alla dose assorbita la nozione di dose-risposta (effetto lesivo) è un indispensabile riferimento. Tuttavia è bene precisare che gli indici sono di norma determinati mediante cavie. Quindi occorre sapere quali specie sono state utilizzate e la via di somministrazione. Inoltre è molto importante conoscere le vie di assorbimento delle sostanze tossiche, il metabolismo e l'escrezione delle stesse. Ad esempio, nel caso di esposizioni industriali (tipica esposizione intermittente - otto ore su ventiquattro), le sostanze tossiche possono essere eliminate dopo ogni esposizione o accumularsi nell'organismo progressivamente. Questo per dire che molte sono le variabili che possono influenzare la tossicità. Nella tabella che segue se ne citano alcune.
1) variabili inerenti la sostanza tossica
a. composizione chimica
b. caratteristiche e stato fisico
c. presenza di impurezze o di contaminati
d. cumulabilità nell'organismo
e. veicolo di diffusione
f. presenza di additivi
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2) variabili inerenti il soggetto esposto
a. età, sesso, peso corporeo
b. presenza di patologie specifiche
c. condizione di nutrizione, immunologica, genetica
d. stato di gravidanza
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3) variabili inerenti la modalità di esposizione
a. dose o concentrazione
b. via, frequenza e luogo di somministrazione
c. durata dell'esposizione
d. momento dell'esposizione (ora del giorno, stagione, ecc.)
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4) variabili inerenti l'ambiente di esposizione
a. microclima se ambiente interno (confinato), condizioni metereologiche se esterno
b. illuminazione
c. rumore
d. organizzazione del lavoro
e. presenza di altre sostanze
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