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Nomenclatura - 10
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- Si deve segnalare l'utilizzo, alquanto discutibile, di una nomenclatura ibrida tra quella tradizionale e la Stock, soprattutto nei sali. In questo caso si adottano i suffissi "-uro", "-ito", "-ato", ecc. per caratterizzare la Parte2 del composto, mentre si ricorre ai numeri di ossidazione per esprimere le valenza del metallo al posto di "-oso" e "-ico" ogni qual volta sia necessaria per non lasciare incertezze. Così si hanno scritture ibride tipo: rame II solfito, ferro III perclorato, ecc.

- Va infine osservato che alcuni composti hanno un nome proprio "popolare" che li caratterizza più del loro nome scientifico. Tra i tanti, eccone alcuni: acqua, ammoniaca (NH3), acido muriatico (HCl), candeggina (NaClO), vetriolo (H2SO4), ramato (CuSO4), minio (PbO2), bianco di titanio (TiO2), giallo cromo (PbCrO4), blu di Prussia (Fe3[Fe(CN)6)]4), allumina (Al2O3), silice (SiO2).

La I.U.P.A.C. suggerisce una nuova nomenclatura con il grande pregio di maggiore facilità e corrispondenza tra nome e formula dei composti, tuttavia persistono ancora le altre nomenclature (soprattutto quella tradizionale). Ciò che conta è che, sceltane una, si sia coerenti nell'applicarne le regole.

La sorta di "convivenza" tra le tre nomenclature cui si è accennato porta con sé la necessità di conoscere nella vita lavorativa (ma anche per la propria sicurezza) per lo meno "l'ABC" di tutte le nomenclature. Per questo motivo nei libri c'è spesso un accenno a tutte, per poi in genere insistere su una.

Il modo migliore per verificare le proprie conoscenze sull'argomento nomenclatura è la risoluzione di problemi concreti, cioè la soluzione di esercizi. A riguardo si consultino, in aggiunta agli esercizi del proprio libro di testo, le sezioni di esercizi risolti e di quiz a risposta multipla del laboratorio di chimica.