elettromagnetismo - Elettrostatica - elettroscopi
Elettroscopio di Bohnenberger
SCHEDA TECNICA
INVENTARISTATO
Un elettrometro alla Bohnenberger
Elettroscopio a pile secche
Elettroscopio a pile secche
Elettroscopio di Bohnenberger
1818Nº //
1838731
P.A.Nº //
1870231
1925a168
2016422
Completo
Integro
Funzionamento NV
Dimensioni
MATERIALI: ottone, oro, vetro, mastice, lacca, vernice
BIBLIOGRAFIA & PRESTITI
DATABASE
Datazione: 1851
Non esposto
Descrizione          Funzionamento: spiegazione - verifica          Testi&Curiosità


Immagine, Malfi, © D 2016
Fonti
Clerc A. (1885) pag. 675, fig. 490
Despretz C. (1832) pag. 420, Tav. 9, fig. 240
Felice M. (1887/90) Vol. 2, pag. 21, fig. 6
Jamin J. (1880) pag. 356, fig. 291
Zamboni G. (1843) pag. 69, Tav. I, fig. 18
Zantedeschi F. (1843/45) Vol. 3/I, pag. 363, Tav. III, fig. 57
 

Questo strumento era un elettroscopio particolare, dotato di grande sensibilità, il cui funzionamento si basava sulle cosiddette pile a secco. Rispetto agli elettroscopi ordinari vi erano due differenze sostanziali. La prima è la presenza di due pile secche montate con i poli contrapposti (queste possono traslare per essere avvicinate tra di loro). La seconda è che all'asta che usciva dall'involucro di vetro si montava una sola fogliolina d'oro (andata perduta) anziché due. Un simile dispositivo fu inventato nel 1815 da Johann G. F. von Bohnenberger (1765-1831), tant'è che simili strumenti circolavano all'epoca col nome di elettrometri di Bohnenberger.

In presenza di un corpo elettrizzato, la fogliolina d'oro si caricava (per induzione o per contatto) e veniva respinta dal polo di una pila secca e attratta da quello dell'altra. La sensibilità dello strumento poteva essere incrementata avvicinando le pile alla lamina, cosicché si riusciva a rilevare anche cariche molto deboli.

Il dispositivo fu trasformato (volutamente o per errore?) in un elettroscopio alla Bennet (cioè a due foglie d'oro).