Ai nostri occhi moderni questo modellino può sembrare un piccolo giocattolo. In realtà si trattava di una macchina che per funzionare ha richiesto grandissima abilità e conoscenze tecniche da parte dell'artigiano costruttore.
Dall'inventario del 1838 si ricava che questa locomotiva a vapore in miniatura è "dono al Gabinetto di S.A.I.R il Viceré", reggente del Lombardo-Veneto per conto dell'Imperatore d'Austria.
La caldaia è semplificata rispetto a una locomotiva reale e l'energia termica veniva ricavata dalla combustione di alcol raccolto all'interno della scatola di ferro agganciata sotto la macchina. Una valvola di sicurezza impediva il superamento della pressione massima d'esercizio. I cilindri sono collocati nella parte inferiore della locomotiva e presentavano un moto alternato (oscillando intorno all'asse passante per i perni d'appoggio), in quanto le dimensioni del modello non hanno permesso la realizzazione del sistema di bielle per il trasferimento del moto alternato alle ruote motrici (ovviamente quelle posteriori). In passato vi erano anche le rotaie, purtroppo andate perdute, su cui far muovere e sbuffare la locomotiva.