L'anello (o semplicemente l'apparecchio) di S'Gravesande rappresenta un "classico" dei laboratorio di fisica per dimostrare la dilatazione termica cubica dei corpi, quando sottoposti al calore di una fiamma. Il dispositivo è di una semplicità unica, ma dall'enorme efficacia didattica.
Un supporto metallico (qui d'acciaio) a forma di J sorregge, tramite un tratto di catena, una sfera piena d'ottone. Allo stante verticale del supporto a J è collegato, per mezzo di un sistema a scorrimento con vite a pressione di bloccaggio, un anello metallico. Il diametro dell'anello e appena sufficiente per far passare la sfera. Una base lignea o metallica sorregge infine il tutto.
In questo caso va osservato che dell'apparecchio originario è rimasta solo la sfera d'ottone, poiché tutto il resto, com'è facilmente intuibile, non appartiene certo al periodo, essendo fortemente in contrasto con la cura e il gusto estetico che caratterizza l'intera collezione di strumenti del Vecchio Gabinetto di Fisica del Liceo così come quelle delle Università. La tentazione di provvedere ad una ricostruzione dello strumento utilizzando anche pezzi originali appartenenti ad altri apparati ormai irrimediabilmente danneggi o dalle numerose parti perdute è molto forte...
Per dimostrare la dilatazione termica cubica della sfera è sufficiente scaldarla fortemente per mezzo di una lampada ad alcol. Dopo circa tre - quattro minuti di trattamento termico, la sfera, ormai rovente, è incapace di passare attraverso l'anello, come dimostra la catena. Non c'è trucco né inganno (il cambiamento di colore è dovuto al trattamento termico subito dal corpo, operazione che produce un leggero strato di ossido sulla sua superficie): la sfera si è semplicemente dilatata a tal punto che il suo diametro è maggiore di quello dell'anello. Lasciandola incastrata nell'anello per un po', il raffreddamento operato dall'aria farà sì che ad un certo punto la sfera sia in grado di passare nuovamente attraverso l'anello.