Fonti Battelli A. - Cardani C. (1922) Vol. 1, pag. 377, fig. 246 Clerc A. (1885) pag. 187, fig. 136 Daguin P. A. (1863) pag. 91, fig. 100 Despretz C. (1832) pag. 270, Tav. 5, fig. 154 Drion Ch. - Fernet E. (1877) pag. 83, fig. 93 Felice M. (1887/90) Vol. 1, pag. 324, fig. 118 Galileo Officine (1929) pag. 70, fig. 5144 Ganot A. (1861) pag. 71, fig. 58 Ganot A. (1883) pag. 78, fig. 80 Milani G. (1869) Vol. 2, pag. 83, fig. 51 Privat Deschanel A. (1890) pag. 93, fig. 79 Privat Deschanel A. - Pichot (1871) pag. 133, fig. 131 Resti E. (1930) pag. 25, fig. 113 Tarquini A. (1928) pag. 40, fig. 200 Traversi A. M. (1822) Vol. 6, pag. 184, Tav. III, fig. 57

Lo strumento veniva utilizzato per determinare il peso specifico di fluidi meno densi dell'acqua (è infatti "per gli spiriti"). Tra i vari modelli di areometri questo è a peso costante e volume (di liquido spostato) variabile con la densità del fluido oggetto di studio.

Il chimico francese Antoine Beaumé (1728-1804) ne ideò la gradazione nel 1768 (da cui il nome del dispositivo).

Rispetto al Pesa acidi di Beaumé, per gli spiriti Beaumé adottò acqua pura per il secondo punto della scala e una soluzione salina per lo zero (posto questa volta in basso). Va segnalato che la scala presente sullo strumento va da 1,000 a 0,700 con 1,000 in basso (cioè al posto dello zero).

Sebbene la procedura di ottenimento della scala negli areometri Beaumé avesse delle incertezze che rendevano difficile la fabbricazione di strumenti standard, questi dispositivi erano largamente impiegati per una verifica immediata della concentrazione di soluzioni d'interesse.