Elettrostatica - Bottiglie di Leida
Grande bottiglia di Leida
SCHEDA TECNICA
INVENTARISTATO
Due grandi bottiglie di Leida
Due grandi bottiglie di Leida
Grande bottiglia di Leida
1818Nº //
1838Nº //
P.A.Nº //
1870267
1925b87
2016449
Incompleto
Integro
Funzionamento NV
Dimensioni
MATERIALI: ottone, stagno, legno, vetro
BIBLIOGRAFIA & PRESTITI
DATABASE
Datazione: 1868 - 1874
Nel Museo A. M. Traversi - Vetrina M
Descrizione          Funzionamento: spiegazione - verifica          Testi&Curiosità


Immagine, Malfi, © D 2016
Fonti
Felice M. (1887/90) Vol. 2, pag. 83, fig. 29
Jamin J. (1880) pag. 319, fig. 254
Premoli P. (1904) Vol. 1, pag. 108, fig. 150
Privat Deschanel A. (1890) pag. 508, fig. 436
Tissandier G. (1882) pag. 121, fig. 68
 

La cosiddetta bottiglia di Leida era l'antico nome con cui veniva chiamato e soprattutto realizzato fisicamente un componente diffusissimo in quasi tutti i circuiti elettrici: il condensatore.

I progressi della conoscenza dell'elettricità e del magnetismo sono caratterizzati talvolta dalla scoperta accidentale di un certo fenomeno, destinato poi ad avere interessanti applicazioni pratiche o ad aprire nuovi rami della ricerca. La scoperta del condensatore ne è un esempio. Nel contesto di esperimenti finalizzati a elettrizzare l'acqua contenuta in una boccia di vetro nel 1745 venne scoperta contemporaneamente da Ewald Jurgen von Kleist (1700?-1748) in Germania e da Pieter van Musschenbroek (1692-1761) a Leida (Olanda) la possibilità di accumulo della carica elettrica tra due conduttori separati da un isolante (dielettrico). Il nome del nuovo oggetto elettrico trae origine dagli scritti (1746) dell'abate Jean-Antoine Nollet (1700-1770).

Dopo che Nollet sostituì l'acqua all'interno con foglie di stagno o di altri metalli buoni conduttori, la bottiglia di Leida venne realizzata in varie forme: ad armatura fissa, a giara (come lo strumento esposto) e ad armatura mobile. Dall'Inventario del 1870 si apprende che in origine le bottiglie erano due: una è andata perduta.

Il contenitore di vetro ha le due superfici ricoperte per circa 2/3 con foglie di stagno (armature). Un'asta di ottone passa attraverso il coperchio di legno che chiude il cilindro di vetro e comunica, tramite una spirale di filo d'ottone, con il fondo del contenitore (anch'esso ricoperto di stagno). La bottiglia veniva caricata toccando con la sfera (bottone) il conduttore positivo della macchina elettrica e collegando la superficie esterna con il suolo utilizzando una catenella metallica.