Per risolvere un problema complesso bisogna:
1) essere in grado di riconoscere i passaggi semplici (metodo top-down) e di saperli risolvere con sicurezza (tavola dei problemi E);
2) formare con l'esercizio la capacità di collegare (concatenare) tra loro i passaggi semplici individuati nel problema complesso al fine di risolverlo;
3) svolgere correttamente dei calcoli.

Dopo la trattazione teorica dei punti 1) e 2) in un apposito approfondimento di questo sito, qui ci si occupa invece di fornire degli esempi concreti su come metterli in pratica. Poiché al liceo si segue un apprendimento progressivo degli argomenti di chimica nell'arco di uno o due anni scolastici si è cercato il più possibile di seguire negli esempi il susseguirsi delle unità didattiche così come sono mediamente affrontate nei programmi scolastici. La conoscenza dei problemi elementari di volta in volta ad esse connessi viene data per nota.

Mi rendo conto che il lettore possa rimanere perplesso su una trattazione della soluzione "a parole" degli esercizi mediamente lunga più del doppio di quella relativa ai semplici calcoli (di fatto la vera soluzione). Il fatto è che il susseguirsi logico dei calcoli segue lo schema riportato al punto 2) che è frutto dell'applicazione di un metodo. Senza i punti 1) e 2) da farsi mentalmente a monte, ossia prima di prendere in mano la penna, non ci sarebbe il "breve" punto 3)!

All'inizio la costruzione mentale del percorso risolutivo (cioè la concatenazione tra problemi P ed E) può essere difficile: ogni problema elementare vuole certi INPUT, fra i quali c'è almeno un OUTPUT del problema concatenato precedente, e dà un certo OUTPUT, che viene assunto come INPUT nel problema successivo in ordine logico. Con l'esercizio i passaggi da fare saranno via via sempre più ovvi e il percorso da seguire, frutto della concatenazione, più che evidente. In questa sezione viene volutamente riportato tutto per iscritto proprio per mostrare come generare la costruzione mentale del percorso risolutivo.