elettromagnetismo - Elettrostatica - Tubi a scarica
Tubi di Geissler
SCHEDA TECNICA
INVENTARISTATO
Rocchetto di Rumkorfs modificato da Poggendorff, con due tubi di Geissler e un apparato per la rotazione della luce
Tubi di Geissler
Tubi di Geissler
Tubi di Geissler
1818Nº //
1838Nº //
P.A.56
1870330
1925a217
2016456
Completo
Danneggiato
Non funzionante
Dimensioni
MATERIALI: ferro, legno, vetro, acqua
BIBLIOGRAFIA & PRESTITI
DATABASE
Datazione: 1860 - 1861
Nel Museo A. M. Traversi - Vetrina P
Descrizione          Funzionamento: spiegazione - verifica          Testi&Curiosità


Immagine, Malfi, © D 2016
Fonti
 

I tubi di Geissler erano tubi a scarica con all'interno vari gas a pressione inferiore di quella atmosferica (in genere poco meno di qualche millimetro di mercurio). Tali tubi vennero ideati da Johann Heinrich Geissler (1814-1876) nel 1857 per studiare la conduzione dei gas. Si possono considerare un'evoluzione dei cosiddetti ovi elettrici (Ovi elettrici). Con il progresso nella tecnica del vuoto si ebbero poi i tubi di Crooks o tubi a raggi catodici (Tubo a raggi catodici con croce di Malta), una pietra miliare nel percorso che portò all'individuazione dell'unità di carica negativa, l'elettrone.

Collegati gli elettrodi a un rocchetto d'induzione (Nº 317 - Rocchetto di Ruhmkorff), il tubo di Geissler si illuminava con luce il cui colore dipendeva dal gas contenuto. Ad esempio A. Ganot nel suo famoso "Trattato elementare di fisica" riporta che la luce nel tubo si presentava rossa con i vapori di idrogeno, verdastra con l'acido carbonico e giallo-rossa con l'azoto. Di tubi di Geissler se ne costruirono dalle forme più svariate sia per ricerca che per divertimento. In alcuni casi erano presenti all'interno anche sostanze in grado di rispondere al passaggio della scarica con la fluorescenza. Inoltre, a tal fine, non di rado alcune sezioni del tubo a vuoto erano realizzate con vetro all'uranio (Pezzi di vetro d'uranio), dotato di fluorescenza giallo-verdastra.