termodinamica - locomotive
Locomotiva a vapore di F. Cobres
SCHEDA TECNICA
INVENTARISTATO
Modello operativo di locomotiva a vapore in ferro, rame ed ottone
Grande modello di locomotiva
Grande modello di locomotiva
Locomotiva a vapore di F. Cobres
1818Nº //
1838570
P.A.Nº //
1870140
1925a93
2016332
Completo
Integro
Funzionamento NV
Dimensioni
MATERIALI: ottone, rame, ferro, legno, vetro, sughero, vernice
BIBLIOGRAFIA & PRESTITI
DATABASE
Datazione: 1843
Costruttore: Francesco Cobres (1800-1846)
"Francesco Cobres 1843"
Nel Museo A. M. Traversi - Vetrina G
Descrizione          Funzionamento: spiegazione - verifica          Testi&Curiosità


Immagine, Malfi, © D 2016
Fonti
 

Questo splendido modello in scala (peso 40 chilogrammi circa) in ferro e ottone costruito da Francesco Cobres dopo l'inaugurazione del tratto ferroviario Napoli-Portici assomiglia molto (pur essendo un modello ibrido) alla famosa locomotiva inglese Bayard. Un esemplare di locomotiva Bayard, restaurato presso le Officine delle FF.SS. di Cremona, si può vedere nel piazzale del Museo Nazionale della ferrovia di Pietrarsa (Na). Per questa sua superba opera Cobres fu premiato con un riconoscimento speciale dall'Istituto Veneto pochi mesi dopo la costruzione del modellino.

Quando il 3 ottobre 1839 venne solennemente inaugurato un tratto della linea Napoli Nocera Castellammare di Stabia, la prima ferrovia italiana, fu inevitabile che un evento così importante destasse la curiosità dei tanti studenti di allora, tanto più che la locomotiva, già conosciuta, ma forse poco capita nel suo vero funzionamento, rappresentava un enorme fonte di domande a cui la scuola era tenuta a rispondere. Cobres fu molto attirato dall'evento e non perse l'occasione di assistere personalmente ad una corsa del treno. Così, la ricerca dei docenti di un modo semplice ma chiaro per spiegare il funzionamento di una locomotiva a vapore e il grande interesse di Cobres per una macchina così fantastica furono i motivi principali che portarono alla costruzione di questo modellino, perfettamente funzionante come una vera locomotiva. Ciò significa che questa locomotiva in miniatura è dotata di una caldaia in cui l'ebollizione dell'acqua e il surriscaldamento del suo vapore, da espandere poi nei due cilindri posti in testa, si ottengono per scambio termico con i fumi prodotti dalla combustione di carbone. Il calore necessario ad innescare la combustione era fornito da una scatoletta (poco più grande di un pacchetto di sigarette) munita di uno stoppino che veniva riempita con del combustibile liquido e poi forse collocata sotto la griglia della caldaia, ma il ruolo di questo componente non è stato ancora chiarito del tutto così come quello di altre parti del modellino.

Il modello in scala presenta in testa un ampio portello apribile per permettere l'ispezione e la piccola manutenzione del distributore e dei cilindri. Ad ogni modo, per riparazioni più complesse, l'intera parte superiore poteva essere facilmente staccata dalla cassa svitando le otto viti di ancoraggio. Inoltre veramente geniale è il sistema di recupero termico, ottenuto sfruttando il calore ancora posseduto dai fumi in uscita dall'evaporatore, per evitare che nel tragitto tra l'evaporatore e i cilindri il vapore si desurriscaldi con il rischio di introdurre piccole frazioni di liquido nei cilindri stessi. Tutti i tubi in cui passa il vapore sono in rame, per rendere più efficiente lo scambio termico con i fumi e lavorati con mirabile abilità tecnica. Attualmente non è possibile fornire una descrizione dettagliata delle parti interne del modellino non direttamente accessibili tramite le apposite aperture d'ispezione, poiché in fase di studio (cosa attualmente ancora in corso) si è provato a separare la parte superiore, ma senza successo. Infatti una delle otto viti ne risulterebbe totalmente distrutta, essendo troppo tenera e per di più assai danneggiata dai fenomeni di corrosione.

Comparando l'anno dell'inaugurazione del tratto ferroviario con l'anno di costruzione del modellino stesso si nota che fra essi intercorre un lasso di tempo molto breve e ciò significa che la scuola, a quei tempi, riusciva ad aggiornarsi molto rapidamente dal punto di vista scientifico così come aveva fatto commissionando nel 1832 a Nobili la costruzione di un modello del suo galvanometro astatico con caratteristiche veramente rivoluzionarie per l'epoca.

Confrontando l'originale con il modellino, ci si accorge che in esso mancano i due copri ruota delle ruote motrici (che sono quelle centrali) e quelli che nell'originale sembrano due fumaioli ausiliari, dei quali nel modellino uno è completamente assente, mentre il foro lasciato nella caldaia dall'altro è stato utilizzato dal costruttore per i comandi manuali della locomotiva.

Il modellino presenta un unico inconveniente: la parti mobili per la trasmissione del moto alle ruote restano sempre nascoste durante il loro funzionamento, anche se sono perfettamente visibili alzando la locomotiva, cosa però non molto agevole dato il suo peso. Per questo la scuola ha anche in dotazione un modellino in ottone della parte inferiore di una locomotiva simile in cui si possono vedere tutti gli organi di trasmissione del moto.