elettromagnetismo - Elettrostatica
Pendolo perpetuo di Zamboni
SCHEDA TECNICA
INVENTARISTATO
Un movimento oscillatorio verticale del Zamboni, con altre due pile a secco
Un movimento oscillatorio verticale del Zamboni, con altre due pile a secco
Vecchi apparati con pile secche
Vecchi apparati con pile secche
Pendolo perpetuo di Zamboni
1818550
1838462a
P.A.Nº //
1870270
1925a185
2016452
Incompleto
Danneggiato R
Non funzionante
Dimensioni
MATERIALI: stagno, legno, vetro, mastice, seta, lacca
BIBLIOGRAFIA & PRESTITI
DATABASE
Datazione: 1829 - 1830
Nel Museo A. M. Traversi - Vetrina O
Descrizione          Funzionamento: spiegazione - verifica          Testi&Curiosità


Immagine, Malfi, © D 2016
Fonti
Besso B. (1875) Vol. 3, pag. 96, fig. 108
Daguin P. A. (1863) pag. 528, fig. 536
Despretz C. (1832) pag. 450, Tav. 9, fig. 258
Milani G. (1869) Vol. 6, pag. 22, fig. 10
Zamboni G. (1843) pag. 85, Tav. II, fig. 24/26
 

Si trattava di un oggetto ludico che dopo il 1814 circolava con il nome di “Pendolo di Zamboni”. Esso ha per “motore” le cosiddette pile a secco, inventate nel 1812 da Giuseppe Zamboni (1776-1846). Nell'apparecchio ciascuna pila secca è all'interno di una camicia di vetro ricoperta di mastice. I dischi di ottone, collegati al polo superiore di ciascuna pila, erano a cariche contrapposte. Tra di essi oscillava un anello conduttore montato su un asta di vetro. Tale asta costituiva la parte superiore di un pendolo (andato perduto) sostenuto dall'elemento centrale foggiato a colonna. La parte bassa del pendolo era opportunamente calibrata in modo tale che il baricentro del sistema fosse sotto il punto di sospensione.

Per contatto, l'anello superiore del pendolo si elettrizzava e veniva respinto dal disco di una pila e, quando sufficientemente vicino, attratto da quello dell'altra; una volta toccatolo, l'anello si caricava con segno opposto, venendone respinto, e così di seguito. In alcuni esemplari il moto è continuato ininterrottamente per circa un secolo!