Ottica & Acustica - ottica
Praxinoscopio
SCHEDA TECNICA
INVENTARISTATO
Praxinoscopio
Praxinoscopio
Praxinoscopio
1818Nº //
1838Nº //
P.A.Nº //
1870500
1925a288
2016772
Incompleto
Danneggiato
Funzionante D
Dimensioni
MATERIALI: latta, legno, cartone, vetro
BIBLIOGRAFIA & PRESTITI
DATABASE
Datazione: marzo 1883
"Le Praxinoscope Breveté S.G.D.G. en France et á l'étranger et déposé"
Nel Museo A. M. Traversi - Vetrina J
Descrizione          Funzionamento: spiegazione - verifica          Testi&Curiosità


Immagine, Malfi, © D 2016
Fonti
 

Il passinoscopio o praxinoscopio (dal francese paxinoscope) era uno strumento ludico inventato nel 1877 dal francese F. L. Régnaud (1844-1918) e basato sul fenomeno della persistenza dell'immagine retinica (Dischi di Newton). Il nome è parola composta di due lemmi greci e letteralmente significa "osservo (scopio) l'azione (prâxis)". Questo dispositivo può essere considerato il prototipo abbastanza rudimentale dei moderni apparecchi cinematografici e quindi ha una notevole importanza in relazione alla storia dello sviluppo della tecnica cinematografica. Lo strumento è firmato "Le Praxinoscope Breveté S.G.D.G. en France et à l'étranger et déposé".

Una volta posizionata la striscia di carta con i disegni da visionare (diciamo la "pellicola") aderente alla parete interna del cilindro, si metteva in rotazione il cilindro. Ciascuna immagine veniva riflessa dallo specchio che le stava esattamente di fronte. In questo modo ogni disegno veniva visto dagli occhi dell'osservatore. L'effetto di movimento era invece prodotto, come detto, dalla persistenza dell'immagine a livello della retina, a patto che la rotazione del sistema fosse sufficientemente veloce. Per l'uso notturno dello strumento, era previsto l'utilizzo di una candela inserita nell'apposito portacandele, da fissare sopra lo specchio poliedrico e in corrispondenza dell'asse di rotazione dell'intero sistema.