Meccanica - Paradossi | ||||||||||||||||||||||||||||||||
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Fenomeno paradosso |
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Datazione: aprile 1881 Nel Museo A. M. Traversi - Vetrina D | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Descrizione Funzionamento: spiegazione - verifica |
Vi sono in cielo e in terra, Orazio, assai più cose di quante ne sogna la tua filosofia. (Amleto, Atto I, Scena V)
Fonti | ||
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Si tratta di un oggetto dal comportamento apparentemente paradossale (da cui il nome) ideato nella prima metà del XVIII secolo (figura nel trattato di s'Gravesande) e poi riprodotto in vari esemplari più o meno curati esteticamente.
Posizionato su una rampa (piano inclinato), questo disco di legno è infatti capace di risalirla spontaneamente per un breve tratto (corrispondente a circa mezzo giro) per poi arrestarsi, contrariamente all'ovvio moto di discesa che gli competerebbe. Infatti, alla luce delle solide certezze dettate dall'esperienza, i corpi rotondi scendono lungo i piani inclinati!
Nessuna legge della fisica viene violata. Il disco di legno ha all'interno un piccolo "trucco" che può essere scovato con il ragionamento. L'importante è andare oltre le apparenze!
Uno degli aspetti più interessanti posseduto da un insieme di strumenti del Vecchio Gabinetto di Fisica del Liceo è la capacità di mettere in evidenza certi principi della fisica in modo curioso. In questo caso è il teorema del moto del baricentro. Altri strumenti con questa caratterisitica sono per esempio il Doppio cono e il Diavolo di Cartesio.
Grazie a questo strumento gli studenti sono stimolati a formulare dei perché accettabili alla luce delle leggi e principi trattati in classe per spiegare il moto manifestato da questo strano disco. Ciò è un esercizio mentale di enorme importanza.