Lo strumento è da considerarsi l'antenato del moderno motore elettrico a corrente continua. Il nome di André-Marie Ampère (1775-1836) inserito in quello dello strumento nell'Inventario del 1870 è dovuto al fatto che lo scienziato francese studiò le azioni reciproche delle correnti elettriche, osservando attrazioni, repulsioni e anche moti di tipo rotatorio.
Alimentando il dispositivo con la corrente erogata da una pila, la spirale interna si metteva a ruotare. Ciò si spiega nel modo seguente. Percorsa da corrente, la bobina esterna generava un campo magnetico le cui linee di forza la attraversavano perpendicolarmente. La stessa corrente, percorrendo gli avvolgimenti della bobina interna (che è mobile), generava un altro campo magnetico con identica disposizione delle linee di forza.
La bobina interna, assimilabile a un ago magnetizzato, tendeva ad allineare il proprio campo magnetico con quello della spira fissa (agiva insomma come una bussola). Pertanto essa si metteva in rotazione. Tuttavia, in corrispondenza del quasi perfetto allineamento, la corrente nella spira mobile si invertiva. E' presente infatti un commutatore a mercurio (il metallo è stato rimosso per sicurezza). Così per allinearsi la spira mobile doveva allora ruotare di altri 180º, ma poi il commutatore entrava nuovamente in azione. Ne nasceva un moto continuo di rotazione.