Lo strumento aveva lo scopo di mettere in evidenza l'azione frenante sul moto del pendolo prodotta dalle correnti parassite, dette anche correnti di Foucault e di provare sperimentalmente l'efficacia del sistema adottato per ridurre i loro effetti. Il dispositivo è firmato "Officine Galileo, Firenze" e venne inventato dopo il 1855 dal fisico Adalbert C. von Waltenhofen (1828-1914).
Il telaio d'ottone sorregge un pendolo composto. All'estremità dell'asta può essere fissato uno dei quattro elementi in rame del corredo (due pieni e due con tagli). Alla base del pendolo vi sono due avvolgimenti di filo per trasformare una parte del supporto in una elettrocalamita. I due blocchi di ferro (detti espansioni polari) dirigevano il campo magnetico ortogonalmente al pezzo del corredo che veniva fatto oscillare sul pendolo.
Mentre in assenza della corrente il pendolo con pezzi pieni oscillava per molto tempo (rallentava solo a causa degli attriti), quando si faceva circolare corrente esso si fermava molto velocemente. Nel rame si generavano delle correnti parassite che frenavano il pendolo.
Montando invece i due pezzi tagliati, l'azione frenante era meno marcata dei corrispondenti pezzi in metallo pieno, poiché i tagli ostacolavano la circolazione delle correnti parassite. Le espansioni polari possono girare e sono coniche da una parte, per concentrare il campo magnetico e così intensificare le correnti parassite. Espansioni polari e il telaio di sostegno del pendolo possono essere rimossi, così da utilizzare solo l'elettrocalamita dello strumento per altri esperimenti.