Elettromagnetismo
Supporto teorico
Breve storia dell'elettromagnetismo


N.Capitolo
1I Greci notano dei fenomeni interessanti
2La bussola: chi la scoprì?
3Gilbert e il primo trattato: il "De magnete"
4Geurike: la prima macchina per produrre l'elettricità
5Gray distingue tra conduttori e isolanti
6Du Fay e l'elettricità "vetrosa" e "resinosa"
7Musschengroek: la bottiglia di Leida
8Franklin scopre l'elettricità atmosferica
9Canton descrive l'induzione elettrostatica
10Galvani e "l'eletticità animale"
11Coulomb enuncia la legge d'attrazione e repulsione
12Volta inventa la pila
13Oersted trova un legame tra corrente e magnetismo
14Ampère e le forze tra fili conduttori
15Faraday 1821: le basi del motore elettrico
16Sturgeon inventa l'elettrocalamita
17Ohm enuncia la sua legge
18Henry scopre l'autoinduzione nel 1829
19Faraday 1831: la scoperta dell'induzione
20Faraday 1833: le due leggi dell'elettrochimica
21Faraday 1837: la gabbia elettrostatica
22Maxwell, il dono della sintesi
23Hertz produce onde elettromagnetiche
24Marconi inventa la radio

La meccanica classica (cioè non comprendente le teorie della relatività e la meccanica quantistica), fu la prima ad essere sviluppata, avendo avuto come base i lavori di Galileo Galilei (1564-1642) e soprattutto quelli di Isaac Newton (1642-1727). Conseguentemente essa servì da modello per i successivi sviluppi della fisica. Quanto detto trova conferma nel fatto che per molto tempo vi fu l’illusione di ridurre alla meccanica tutta la fisica, mentre ciò non è possibile. L’elettromagnetismo costituisce infatti l’altro grande pilastro della fisica classica il cui studio ne ha messo in luce la non riducibilità alla meccanica.

Lo sviluppo dell’elettromagnetismo come scienza secondo gli schemi che intendiamo oggi è assai recente. Basti considerare che al tempo della morte di Newton, quando la meccanica aveva quasi assunto la sua configurazione moderna, la maggior parte delle scoperte relative all’elettricità e del magnetismo doveva esser ancora fatta. La fenomenologia dell’elettrostatica e della magnetostatica fu infatti esplorata in larga misura nel XVIII secolo, mentre si deve aspettare l’Ottocento, un secolo ricco di scoperte di grandissima importanza che hanno permesso geniali applicazioni, perché si giungesse ad una chiara formulazione teorica dei fenomeni elettromagnetici. In queste pagine se ne richiamano le tappe fondamentali ovvero senza la pretesa di elencarle tutte, ma tra le più importanti soprattutto quelle dalle quali discesero un gran numero di dispositivi della collezione di strumenti del Liceo Foscarini.

Certamente i primi pionieri nel campo dell'elettromagnetismo, ma anche illustri scienziati come Volta, Ampère, Faraday, Henry, Maxwell, Hertz, non avrebbero mai potuto immaginare quale enorme evoluzione tecnologica avrebbe prodotto lo studio dei fenomeni elettrici e magnetici. Basti pensare alla radio, al radar, ai raggi X, alla televisione in bianco e nero e poi a quella a colori, al computer, al videoregistratore, al lettore di Compact Disk, al forno a microonde, al telefono cellulare, ecc. Per essi tutti questi oggetti di uso ormai quotidiano non potevano essere neppure lontanamente immaginati. Ma fra i tanti che contribuirono allo sviluppo della società e dell'industria "elettrica" moderna almeno uno intuì per primo le implicazioni economiche di quanto stava studiando. Si narra infatti che quando un uomo politico chiese a Faraday a che cosa servissero le sue scoperte del 1831, egli abbia risposto: "Al momento attuale non lo so, ma un giorno sarete in grado di tassarle".