magnetostatica - calamite e fasci
Fascio magnetico a ferro di cavallo
SCHEDA TECNICA
INVENTARISTATO
Calamita a ferro di cavallo
Calamita a ferro di cavallo
Fascio magnetico a ferro di cavallo
1818Nº //
1838Nº //
P.A.Nº //
1870579
1925a340
2016413
Completo
Integro
Funzionante D
Dimensioni
MATERIALI: ferro, vernice
BIBLIOGRAFIA & PRESTITI
DATABASE
Datazione: ottobre 1889
Non esposto
Descrizione          Funzionamento: spiegazione - verifica          Testi&Curiosità


Immagine, Malfi, © D 2016
Fonti
Bernardi G. (1931) pag. 36, fig. 5600
Desbeaux E. (1892) pag. 376, fig. 297
Felice M. (1887/90) Vol. 2, pag. 127, fig. 54
Jamin J. (1880) pag. 422, fig. 373
Matteucci C. (1847) pag. 284, Tav. 4, fig. 185
Premoli P. (1904) Vol. 1, pag. 52, fig. 73
Privat Deschanel A. (1890) pag. 454, fig. 383
 

Lo strumento, che presenta ancora una buona magnetizzazione, è formato da 5 magneti permanti dalla forma di ferro di cavallo riuniti tra loro in modo tale che i poli dello stesso segno si trovino dalla stessa parte. Una simile disposizione prende il nome di fascio magnetico e pertanto il termine "calamita" con cui è indicato lo strumento nell'Inventario del 1870 è un po' semplificativo.

Tra i vari fasci del Vecchio Gabinetto di Fisica del Liceo, questo è il meno curato artisticamente, se per esempio lo si confronta con il Fascio a ferro di cavallo Nº 225. Ma lo stesso apparato viene utilizzato praticamente da sempre. Certamente il grado di magnetizzazione non può competere con quello di moderni magneti permanenti, tuttavia è significativo considerare che sono più di 100 anni che questa calamita illustra il concetto di azione a distanza che caratterizza il campo magnetico.

Da un punto di vista costruttivo il dispositivo è dunque costituito da cinque circuiti magnetici ciascuno interamente formato da un magnete permanete. Le cinque calamite sono poi tenute assieme per mezzo di due analli quadrati d'acciaio posizionati poco sopra i poli e dal perno che collega il fascio all'elemento di sospensione.

L'apparato presenta anche un'ancora in ferro munita di gancio alla quale può essere accangiato un peso. Quest'ultimo viene sollevato dal fascio perché l'ancora cui è collegato è attirata magneticamente, naturalmente a patto che l'oggetto sospeso non sia troppo pesante.

Merita osservare che ogni magnete permanente viene prima magnetizzato a parte e poi unito ad altri per formare il fascio. Inoltre la forza di un fascio non è uguale alla somma delle forze di ciascun elemento costituente. Tale fatto si spiega attraverso un'azione di mutuo disturbo tra poli omologhi. L'effetto viene ridotto, ma mai annullato, costruendo le lamine laterali gradualmente più corte da 1 a 3 centimetri rispetto a quella centrale, come avviene in questo apparato.