Si trattava di uno strumento destinato al rilevamento e alla misurazione qualitativa delle correnti elettriche di varia intensità circolanti in un circuito. Il termine moltiplicatore indica la presenza di una bobina, grazie alla quale è "moltiplicata" l'azione magnetica dovuta alla corrente da rilevare su una porzione dello strumento libera di ruotare. Il galvanometro è infatti una geniale applicazione basata sul fenomeno scoperto da Hans Christian Oersted (1777-1851) nel 1819 (apparecchi di Oersted).
Le vaschette di ceramica smaltata andavano riempite di mercurio, in modo da realizzare un sistema a contatto mobile. La corrente che circolava in questo circuito alimentava un tratto di filo di rame sopra alla bobina e sospeso al filo, il cui campo magnetico interagiva (generando forze di tipo elettrodinamico) con quello della bobina stessa, che è fatta da 4 circuiti coassiali indipendenti e isolati.
I vari pioli che stanno davanti alle vaschette avevano la funzione di far circolare la corrente attraverso alcune o tutte le 4 sezioni della bobina, variando così il campo magnetico prodotto da essa. All'interno della bobina, si trova anche una sbarretta magnetica opportunamente collegata al filo di sospensione.