magnetostatica - calamite e fasci
Magazzino magnetico
SCHEDA TECNICA
INVENTARISTATO
Magazzino magnetico a due spranghe
Magazzino magnetico a due spranghe
Magazzino magnetico
1818Nº //
1838Nº //
P.A.Nº //
1870422
1925a251
2016412
Completo
Integro
Funzionante
Dimensioni
MATERIALI: ferro, legno
BIBLIOGRAFIA & PRESTITI
DATABASE
Datazione: novembre 1876
Non esposto
Descrizione          Funzionamento: spiegazione - verifica          Testi&Curiosità


Immagine, Malfi, © D 2016
 

Lo strumento presenta un supporto ligneo a sezione circolare con base e stante ben lavorati che sorregge una piattaforma sempre in legno dotata di tre spallamenti, uno ampio centrale e due laterali più stretti. Questi formano dunque due scanalature entro le quali vengono alloggiate due sbarre magnetizzate d'acciaio.

In questo apparecchio magnetostatico si può riconoscere molto bene un'importante caratteristica che accomuna la vasta collezione di strumenti in dotazione al Vecchio Gabinetto di Fisica del Liceo: una spiccata attenzione da parte dell'artigiano costruttore all'estetica dello strumento. In questo caso, la parte didatticamente essenziale (due magneti permanenti) è accompagnata da una struttura in legno ben curata nella sua semplicità, la cui funzione è esclusivamente artistica e sostitutiva di una banale scatola.

Il magnetismo, cioè la capacità di certi corpi di attrarne altri attraverso un'azione a distanza (priva di contatto), fu riconosciuto già dai Greci. Le cosiddette calamite sono il modo più semplice per sottolineare il fatto che per la trasmissione di forze tra corpi non è affatto necessario il reciproco contatto. Infatti una calamita è in grado di muoverne un'altra prima che i due oggetti si tocchino. Ciò viene spiegato introducendo il concetto di campo, il quale può essere finsicamente messo in evidenza attravarso la limatura di ferro che si dispone secondo le sue linee di forza.

L'apparato permette di condurre un esperimento semplice, ma assai efficace, per mettere in evidenza il carattere opposto dei poli di un magnete. Si sospande per esempio al polo nord di una delle due barre magentizzate una chiave in lega di ferro. Sopra alla barra magnetizzata, si colloca l'altra con i poli disposti in senso contrario in modo tale che all'inizio il polo Sud sia poco dopo il centro della prima sbarra. Facendo scorrere la sbarra superiore in modo di portare il suo polo Sud sopra al polo Nord della sbarra sottostante, si può verificare che ad un certo punto la chiave cade a terra, come se la calamita che la sorreggeva avesse perso la sua magnetizzazione. In realtà le sbarre d'acciaio restano magnetizzate, tuttavia la loro disposizione fa sì che venga praticamente annullata ad opera del polo Sud della sbarra superiore la capacità attrattiva del polo Nord della sbarra inferiore.

Lo strumento viene ancora oggi utilizzato durante le lezioni di fisica che si svolgono in laboratorio, soprattutto per studiare l'andamento delle linee di forza del campo magnetico tra i poli dello stesso segno o di segni opposti. Si precisa che prima di realizzare con esse qualsiasi esperimento, le due sbarrette magnetizzate subiscono un processo di incremento della magnetizzazone che prevede il loro inserimento in un circuito magnetico in cui il flusso magnetico viene ottenuto attraverso una bobina di filo conduttore con 500 spire e intensità massima di corrente pari a 5A. Le sbarre magnetizzate perdono infatti assai facilmente la magnetizzazione, dal momento che non presentano un sistema simile a quello dell'Astuccio con spranghe d'acciaio (basato sul fenomeno del confinamento magnetico) per mantenere più a lungo la capacità di essere sorgenti di campo magnetico.