Fonti Ambrosoli G. (1854) pag. 838, fig. 150 Daguin P. A. (1863) pag. 249, fig. 286 Desbeaux E. (1892) pag. 479, fig. 397 Despretz C. (1832) pag. 89, Tav. 3, fig. 95 Drion Ch. - Fernet E. (1877) pag. 737, fig. 682 Giordano G. (1862) Vol. 1, pag. 397, fig. 238 Jamin J. (1880) pag. 596, fig. 577 Magrini R. (1940) pag. 221, fig. L940 Matteucci C. (1847) pag. 430, Tav. 1, fig. 1 Milani G. (1869) Vol. 4, pag. 139, fig. 71 Pinto L. (1892) pag. 428, fig. 416 Privat Deschanel A. (1890) pag. 427, fig. 360 Privat Deschanel A. - Pichot (1871) pag. 763, fig. 741 Tarquini A. (1928) pag. 86, fig. 30046

Sono molti gli esperimenti che si posso condurre con i due specchi parabolici in dotazione al Gabinetto del Liceo, ma tutti comunque basati sulla legge della riflessione dell'ottica geometrica oltre che su una particolare proprietà delle parabole che giustifica la forma data alla superficie metallica dello specchio.

I due specchi parabolici possono essere impiegati:

• per dimostrare la legge di riflessione della luce e l'esistenza dei cosiddetti fuochi degli specchi, secondo le modalità di un esperimento eseguito quasi contemporaneamente da Sheele in Svezia e da Pictet a Ginevra;
• per dimostrare che pure lo scambio termico per irraggiamento è sottoposto alla stessa legge dell'ottica.

Si segnala a titolo di curiosità che si è provato (Malfi, maggio 1999) a realizzare con gli specchi il secondo esperimento. I carboni ardenti previsti nel fuoco di uno specchio sono stati sostituiti, per ovvi motivi di sicurezza, da una potente lampadina a incandescenza. Dopo ben tre ore di tentativi, alla fine non si è riusciti ad andar oltre che a qualche fil di fumo dallo stoppino della candela. In definitiva è emerso quanto segue:

• allineare i due specchi secondo un comune asse ottico è cosa ben più facile a dirsi che a farsi, poiché il grado di precisione richiesto dev'essere notevole e certamente non facilmente raggiungibile a occhio. Fissata la posizione di uno specchio, per l'altro le variabili da controllare sono più di una: lo spostamento laterale dello specchio, la sua altezza dal suolo, la sua inclinazione e rotazione per la coincidenza degli assi ottici e l'altezza dell'asta di sostegno della sorgente o della candela per l'esatta collocazione nel fuoco;
• l'asta di sostegno di uno specchio non permette comunque di posizionare correttamente nel fuoco alcunché, dato che essa risulta leggermente inclinata da un lato quanto basta per non contenere entro il suo campo d'azione il fuoco dello specchio;
• gli acciacchi subiti dalle superfici degli specchi ne hanno modificato leggermente la curvatura in alcune zone cosicché localmente si è persa la parabolicità della superficie, compromettendone la funzionalità secondo la proprietà delle parabole messa in evidenza. Ciò abbassa il rendimento dello specchio nell'esatta convergenza dei raggi nel suo fuoco con dispersione di flusso termico per irraggiamento.